Teatro Eliseo: la commedia di Gaetanaccio di Luigi Magni dopo 40 anni dalla famosa rappresentazione di Gigi Proietti

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Ad essere sinceri la commedia di Gaetanaccio di Luigi Magni i suoi 40 anni dopo la prima e famosa rappresentazione di Proietti, li dimostra davvero tutti, anche nel testo, per un pubblico romano che un tempo rideva ancora, oggi un po’ meno.

La storia, per chi non lo ricordasse, è quella di un personaggio realmente esistito a Roma, Gaetano Santangelo detto Gaetanaccio, burattinaio ambulante che con le sue marionette ed una specie di teatrino che portava sulle spalle, girava per tutta la città entrando persino nei palazzi del potere papalino, fra preti e nobili, per rallegrare feste e banchetti.

Quella Roma papalina, che in parte sopravviverà anche dopo la breccia di Porta Pia e l’irruzione dei Sabaudi, universale e plebea, cinica e sanguigna, sarcastica e malinconica, dove imperava (solo allora?) la soggiogazione, l’ingiustizia e la fame vera eche accompagna Gaetanaccio per tutta la rappresentazione e che lui non riuscirà mai a soddisfare.   

Gaetanaccio, innamorato di Nina, anch’essa attrice in cerca di fortuna, ne condivide la sorte, ritrovandosi davanti al bivio del compromesso con quel potere incombente.

Magni ci descrive una Roma dei sentimenti genuini, ma anche della ipocrisia che riesce a perdonare con la sua vena ironica in questa  commedia musicale con tanto di musicisti in scena. Le 12 canzoni che percorrono il musical narrano le vicende del protagonista e della comunità di teatranti bannati da un divieto che proibisce ogni tipo di rappresentazione nel periodo pasquale, riducendo i teatranti alla fame vera e propria.

Per questo Gaetanaccio viene arrestato e bastonato proprio come avviene nelle storie di burattini e mentre Nina viene insidiata per una cena intima, che lei rifiuterà, da un cardinale, Gaetanccio viene invitato ad esibirsi per far ridere un Papa grottesco, una sorta di un “pupo” triste, con le prevedibili conseguenze della successiva carcerazione, visto che il pupo non solo non ride ma si annoia. 

Sul finale scorrerà anche del sangue a causa di un improbabile figlio Pulcinella deciso a vendicare la morte del padre avvenuta a Venezia per mano del potere locale, mentre Gaetanaccio riuscirà a sconfiggere a bastonate la Morte che lo assedia per tutta le seconda parte dello spettacolo.

Va detto che se il testo i suoi anni li dimostra tutti, il nuovo allestimento è adatto anche ad un pubblico di giovanissimi, mentre è difficile paragonare la commedia musicale di oggi alla prima performance di Proietti perché Gigi è sempre Gigi.

Giorgio Tirabassi nel ruolo di Gaetanaccio e Carlotta Proietti (figlia del noto attore) nel ruolo di Nina governano la scena con molta professionalità anche nelle parti musicali composte dallo stesso Proietti e da Piero Pintucci, oggi ri-arrangiate da Massimo Fedeli. 

Con i due personaggi principali un cast di giovani attori anima lo spettacolo così come sono assolutamente pregevoli i bellissimi e fantasiosi costumi realizzati da Santuzza Calì. Cinquanta burattini popolano la scenografia di Fabiana di Marco, divertenti le coreografie di Ilaria Amaldi, efficace il disegno luci di Umile Vainieri e del suono di Manuel Terralavoro, tutti coordinati dalla regia poetica di Giancarlo Fares.

Lucignolo

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