Grazie ad una nuova scoperta torna alla ribalta uno dei più grandi misteri del pianeta.
La chiave per risolvere l’enigma del “Triangolo delle Bermuda” potrebbe nascondersi nel Mare di Barents.
I ricercatori dell’Università della Norvegia sostengono di aver individuato grandi crateri apparentemente creati da metano al largo delle coste norvegesi.
Esistono diversi crateri giganti sul fondo del mare in una zona nel Mare di Barents centro-occidentale e sono probabilmente la causa di enormi scoppi di gas.
Secondo alcuni quotidiani, questi crateri con un enorme diametro di 1 km per 40 metri di profondità, potrebbero anche spiegare la scomparsa di navi e aeromobili nella zona misteriosa indicata come il Triangolo delle Bermuda.
A favore della tesi, è stata tirata fuori una vecchia citazione da un articolo del Siberian Times del 2014 su crateri simili, dove uno scienziato russo, Igor Yeltsov , ricordava la “teoria” che tali scoppi di gas potrebbero aver riscaldato l’oceano, provocando l’affondamento di navi, e forse creando turbolenze atmosferice che hanno portato a incidenti aerei.
Tutto molto bello se non fosse che la smentita arrivi direttamente dai ricercatori dell’Università artica della Norvegia, che freanto gli entusiasmi rilasciando un comunicato stampa dal titolo eloquente: “I crateri del Mare di Barents non sono collegati al Triangolo delle Bermuda”
Anche il National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha osservato che “Non vi è alcuna prova che sparizioni misteriose si sono verificate maggiormente nel Triangolo delle Bermuda che in qualsiasi altra grande area dell’oceano.”
Il mistero del Triangolo delle Bermuda quindi ancora non è stato risolto, sebbene nel corso della storia siano state formulate diverse teorie, scientifiche e non. Il nome dell’area “maledetta” arriva da un articolo del 1964 pubblicato nel magazine Argosy, che intitolava: “The Deadly Bermuda Triangle”.
La zona, conosciuta anche come il “Triangolo del Diavolo”, è una regione occidentale del Nord Atlantico delimitata dalle isole Bermuda, Puerto Rico e un punto vicino a Melbourne, in Florida, dove numerose navi e aerei sono misteriosamente scomparsi nel corso dei secoli.
Dall’inizio delle prime rilevazioni nel 1851, si stima che circa 8.127 persone siano state disperse nel Triangolo delle Bermuda.
Il fondamento di questi mari ha molte anomalie magnetiche che possono produrre fuorvianti letture della bussola.
I depositi di gas di metano congelato possono esplodere in scoppi estremamente violenti n grado di affondare anche navi di grandi dimensioni.
Queste acque sono anche soggetti a trombe marine, generando venti che possono raggiungere più di 190 km/h, comuni durante l’estate nelle acque calde dei mari della Florida, dove ci sono probabilmente 400-500 trombe marine ogni anno.
(fonte DIREGIOVANI)