Esiste un lato oscuro nel mercato dell’arte, fatto di speculazioni e investimenti opachi, di evasori, mafiosi e criminali. La realtà del riciclaggio di denaro sporco in quadri e gallerie, nascosta da silenzi e reticenze, preoccupa sempre più a livello internazionale. Il film inchiesta “Follow the paintings”, una produzione originale Sky, la svela attraverso testimonianze dirette e documenti esclusivi, per ricostruire passo passo in che modo l’arte possa essere anche uno strumento efficace per il malaffare.
Il film di Francesca Sironi, Alberto Gottardo e Paolo Fantauzzi andrà in onda domenica alle 23:15 su Sky Atlantic HD, Sky TG24 HD e Sky Arte HD e nasce da un progetto presentato nel 2015 alla prima edizione del “Dig Awards“, il premio internazionale dedicato al giornalismo d’inchiesta dove giovani autori possono presentare proposte d’approfondimento per cercare finanziamenti. Sky ha deciso di sostenere l’idea. Un lavoro lungo un anno che i registi Sironi e Gottardo hanno portato avanti con la supervisione della produzione Sky, affinando il focus e arricchendo il soggetto attraverso un meticoloso lavoro d’indagine.
Con un mercato globale che è arrivato a superare oggi i 58 miliardi di euro in transazioni (più del doppio rispetto a dieci anni fa) gallerie e case d’asta continuano a registrare vendite record. Dietro gli acquisti, però, non ci sono solo musei, collezionisti e mecenati, ma anche personaggi legati alla malavita.
L’inchiesta racconta due casi concreti. Il primo riguarda le tracce che legano la criminalità romana, l’eversione nera e l’arte contemporanea: fra regali e anomale regole del gioco, società offshore e grandi inaugurazioni, compaiono Gennaro Mokbel e l’uomo accusato di essere il padrino di Mafia Capitale, Massimo Carminati. Nel documentario, un video girato dal Reparto operativo speciale dei Carabinieri durante le indagini mostra Carminati mentre trasporta una parte della propria collezione in un magazzino.
La seconda vicenda ricostruita da Follow the Paintings riguarda invece Milano e gli utili della ‘ndrangheta riciclati sfruttando tele seicentesche, in una trama che svela meccanismi comuni al mercato: dal problema della valutazione a quello dell’autenticità. Gli autori hanno incontrato un mediatore coinvolto nell’indagine, che è stato anche il fondatore, attraverso una società panamense, di un trust d’investimento specializzato in arte.
Le due storie si intrecciano alle domande poste ad esperti, curatori e investitori europei, mentre lo sguardo si muove nei luoghi del mercato dell’arte: dagli inaccessibili freeport– magazzini di lusso dove è possibile custodire le opere senza dover versare diritti di dogana – alle grandi fiere internazionali, alle aste dove vengono battute le opere.