Una settimana di risvegli quella appena trascorsa, la Primavera è entrata ufficialmente nelle nostre vite e la Rai ha colto il senso di rinascita e di fioritura cominciando a potare programmi.
Di netto ha tranciato il ramo del “sabato” giudicandolo secco e non portatore di quelle gemme di servizio pubblico che devono sbocciare presto e devono pure essere ben visibili pena la sospensione della concimatura, pardon della concessione da parte del governo. Campo Dall’Orto prova a riconquistare col giardinaggio radicale il suo Matteo sperando “nomen omen” di riuscire a ridare colore ad un campo sbiadito da una stagione invernale povera di risultati. Dopo il referendum, che doveva essere nelle intenzioni una vendemmia di Sì e che invece si è rivelata più infestante e fastidiosa della Xylella, i rapporti con i Renzioti si sono di molto raffreddati e il feroce Anzaldi ha irrorato l’orto del DG con acido allo stato puro.
Nell’allontanare la “ragazza di Viale Mazzini est” Paola Perego, Campo dall’Orto parla di riforma del daytime e cita il modello “Unomattina”, esempio mirabile di informazione a senso unico e poco alternato. Quando si dice piano editoriale strutturato: sulla base di queste parole, per giunta riportate in un’intervista, la bionda Eleonora Daniele smette di far piangere le Madonne e non si sofferma più sulle orge in canonica ma si istituzionalizza con una puntata sulle mafie davvero ben costruita e ricca di testimonianze e di collegamenti in diretta con la manifestazione di Locri, dando lezioni di servizio pubblico alla stessa Uno mattina che invece è stata piuttosto avara nel tempo dedicato all’evento.
Ma se Storie vere smette di percorrere la strada rosso sangue della cronaca gli ascolti flettono immediatamente e chi più ne paga le conseguenze è il programma del mattino che maggiormente necessiterebbe di una cura ricostituente. Se infatti la Daniele in modalità servizio pubblico scende intorno al 15% di share chi smette di sorridere è Tempo e denaro, un programma che non ha mai vissuto di luce propria ma è riuscito a gioire a mezzo stampa solo grazie alla luce riflessa di chi lo precede. Privo di una chiara identità e con il paravento di offrire informazioni utili, cosa che accade raramente, il programma è un’accozzaglia di cose già viste in altri programmi al punto da risultare quasi una parodia. Un lungo, insopportabile deja-vu di 45 minuti senza nemmeno il conforto di un break pubblicitario (leggi, inserzionisti in fuga): innanzitutto sembra o almeno prova a sembrare un programma di informazione, poi cerca di cavalcare il filone della medicina ma non si trattiene dallo svolgere la funzione di sportello al cittadino e prova addirittura a scimmiottare Report con delle pseudo-inchiestine. Un magazine? No! Un minestrone pretestuoso con una confezione decente che, alla resa dei conti, risulta essere del tutto insipido e privo di personalità. E non lo diciamo noi, lo dicono, da settembre, gli ascolti che sono decenti solo ed esclusivamente quando Eleonora Daniele incontra i favori del pubblico. Siamo ai livelli del monoscopio e anche più giù visto che questa settimana si è di nuovo toccato il 9%. Il programma di fatto non esiste in termini di resa, è solo un costoso giocattolone scintillante che sa di tarocco nelle mani di una conduttrice che gode del favore del pubblico pari a quello una cartella esattoriale di Equitalia. Non è solo la mancanza di competenza specifica a fare la differenza, ricordiamo che il predecessore Alessandro Di Pietro, con tutti i difetti del personaggio, era in possesso di una laurea in Scienze biologiche e non di un diploma in “teatro drammatico” (Fonte: Wikipedia). C’è da aggiungere la scarsa empatia, l’incapacità cronica di ascoltare l’interlocutore, spesso interrotto per fare spazio ad un’altra domanda, l’assenza di entusiasmo e passione per quello che viene proposto. Se bisogna pensare ad un nuovo Daytime nel segno del “servizio pubblico” e nel rispetto dei soldi provenienti dal canone bisognerebbe tener conto anche di queste variabili. I programmi non solo devo essere fatti bene, devono essere originali ma soprattutto vanno fatti per essere visti.
Tv Bob