Rai, Anzaldi: “Il governo non si deve avvicinare al servizio pubblico”

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Michele Anzaldi, deputato del Pd, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la Notizia” condotta da Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Riguardo le parole di Salvini sulle nomine Rai. “La Corte Costituzionale dice che il governo non si deve avvicinare alla Rai servizio pubblico –ha affermato Anzaldi-. La Rai è una prerogativa del Parlamento, con la Commissione di vigilanza e basta. Il governo deve fare il governo. E’ sempre stato così, se no immaginate cosa sarebbe successo negli anni passati, e qualcosa è successo, quando al governo vi era un presidente del Consiglio che aveva interessi sulle televisioni”.

M5S prende le distanze: le nomine non le fa Salvini. “I 5 Stelle si sono letti la legge, la legge lo dice chiaro –ha dichiarato Anzaldi-. Tutte le dichiarazioni di Salvini, se non smentite, sono tutti assist per eventuali cause. La legge è chiara: le nomine le fa la Rai con i consiglieri, non il governo”.

Sul tweet di Calenda ad Anzaldi (“Michele, che il governo ha il divieto di occuparsi delle nomine Rai non si può sentire. I Governi non fanno altro da quando esiste la Rai”). “Io stavo in maggioranza insieme a Calenda e ho denunciato tutto il denunciabile e non mi pare che sia come dice lui –ha dichiarato Anzaldi-. Il governo Renzi addirittura è stato il primo governo nella storia italiana che non ha cambiato i direttori dei tg. I direttori dei tg sono stati cambiati quando sono scaduti i loro contratti e sono andati gli interni, i vicedirettori. Al di là di quello che dice Calenda con la leggerenza di un tweet, ci sono i fatti che parlano. Io parlo dei fatti, lui ha fatto un tweet”.

Sull’attacco di Salvini a Fazio. “Salvini che è un uomo di potere adesso, non sa che nella passata legislatura all’unanimità è stata approvata una risoluzione che regolamenta tutta la parte relativa agli stipendi in Rai -ha dichiarato Anzaldi-. Questa risoluzione è stata accantonata e si aspetta che l’Agcom faccia un regolamento non solo per la Rai, ma per tutte le emittente, che però non buttano via un soldo. Questa cosa langue lì da due anni. Salvini, con una telefonata, potrebbe chiamare Baracchini e dirgli: applicate subito la risoluzione sul conflitto d’interessi tra agenti, presentatori e aziende in Rai. Oppure fare una chiamata al presidente dell’agcom e chiedergli: perché quella cosa sta ancora nei suoi cassetti? Se parliamo di chiacchiere e basta siamo tutti bravi”.

Anzaldi ha chiesto alla Rai di trasmettere il film “Sulla mia pelle” sul caso Cucchi. “Ancora non hanno risposto alla mia iniziativa –ha spiegato Anzaldi-. Il film ha avuto un grandissimo successo ai festival e nelle proiezioni pubbliche, ma tante persone non l’hanno visto quindi sarebbe giusto farlo vedere in Rai. Anche alla luce di queste nuove rivelazioni, penso sia un dovere morale e soprattutto un dovere da contratto di servizio. Io ho detto il film perché è la cosa più semplice e che raggiunge più facilmente i giovani, ma la Rai sicuramente può fare tante altre cose: approfondimenti, trasmissioni come Un giorno in pretura, o come ha fatto Alberto Angela con la Shoah. La Rai deve fare qualcosa perché è un’esigenza del Paese, delle istituzioni, della verità, dell’Arma. Il servizio pubblico in questo momento farebbe la differenza e la deve fare perché i cittadini pagano il canone anche per queste emergenze”.