Cresce la violenza sulle donne in Italia e, secondo Eures, 3 volte su 4 le violenze avvengono nel nucleo familiare da parte di mariti, compagni o parenti. Secondo il nuovo rapporto Eures in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre nei primi dieci mesi dell’anno i femminicidi sono stati 106, uno ogni 72 ore. L’avvocato Elisa Anania dal convegno “Violenza e Suicidio” tenutosi alla Camera dei Deputati evidenzia l’urgenza di affrontare la problematica in modo deciso da parte sia delle istituzioni e sia da parte delle vittime di violenze. E di vitale importanza quindi denunciare alle forze dell’ordine e rivolgersi ai centri di assistenza.
Secondo Eures – Ricerche economiche e sociali, in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre nei primi dieci mesi dell’anno i femminicidi sono stati 106, uno ogni 72 ore. Leggere flessioni nei dati, ma si tratta di un vero e proprio allarme nazionale.
“La coppia e la famiglia rappresentano gli ambiti più di pericolo per la donna” avverte Eures.
Dal primo gennaio al 31 ottobre 2018 i femminicidi sono saliti al 37,6% del totale degli omicidi commessi nel nostro Paese (erano il 34,8% l’anno prima), con un 79,2% di femminicidi familiari (l’80,7% nei primi dieci mesi del 2017) e un 70,2% di femminicidi di coppia (il 65,2% nel gennaio-ottobre 2017). Da notare il progressivo aumento dell’età media delle vittime, che raggiunge il suo valore più elevato proprio quest’anno: 52,6 anni per il totale delle donne uccise e 54 anni per le vittime di femminicidio familiare (imolto spesso donne malate, uccise dal coniuge o dal compagno anziano, che poi si toglie la vita). Fra le zone più colpite dai femminidici il Nord e Roma.
Così l’Avvocato Elisa Anania a margine del convegno “Violenza e Suicidio” organizzato da Osservatorio Violenza e Suicidio” tenutosi ieri presso la Camera dei Deputati:“ Il primo passo fondamentale in questi casi è comprendere che non si è soli, in quanto si trova un aiuto concreto ed immediato presso i centri di antiviolenza diramati in tutto il Paese. E’ importante condividere il problema con una persona di fiducia, per confrontarsi e per avere un sostegno, non accumulando paure e disagio psicologico. Seppur può apparire difficile o non risolutivo, è fondamentale avere il coraggio di rompere il silenzio della vergogna e denunziare il fatto all’autorità. Solo in questo modo le autorità entreranno a conoscenza della situazione di modo di avviare le indagini per ottenere un provvedimento del giudice. Il nodo della situazione sono le denunce inascoltate e la situazione di impotenza e di potenziale maggiore peridicolo che vive la donna dopo la denuncia, con la sensazione di sentirsi “abbandonata” o in maggiore pericolo” .
Secondo l’Eures, oltre un terzo delle vittime di femminicidi di coppia ha subito nel passato ripetuti maltrattamenti, rappresentando l’omicidio l’atto estremo di ripetute violenze fisiche e psicologiche: il 34,7% dei casi noti nel 2015, il 36,9% nel 2016 e il 38,9% nel 2017. Un dato su cui riflettere: nella maggioranza dei casi (il 57,1% nel 2017) tali violenze erano note a terze persone e nel 42,9% delle occasioni la donna aveva presentato regolare denuncia. Senza evidentemente ricevere un’adeguata protezione.
Conclude Anania: “ Dietro ai numeri apparentemente in calo relativi alle denunce di stalking, c’è un mondo ampio e sommerso di donne vittime di violenza, restando nell’anonimato. Bisogna dare voce alle donne che continuano a sopportare i soprusi e a non denunciare, per sradicare questo forte fenomeno culturale”.
Fra le cause dei femminicidi nella maggior parte dei casi motivi “passionali”, ovvero un’idea malata di possesso (il 30,6% dei casi nel 2017) ma si uccide anche in seguito a liti o dissapori (25%), perché l’autore soffre di un disturbo psichico (22,2%) o in conseguenza di una malattia o di una disabilità della vittima (12%).
Nella nella maggioranza dei casi (il 57,1%per cento nel 2017) tali violenze erano a conoscenza di terze persone e nel 42,9 per cento delle occasioni la donna aveva presentato regolare denuncia. Senza ricevere un’adeguata protezione.
L’Avv. Elisa Anania:
L’avvocato Elisa Anania è figlia d’arte, si è laureata brillantemente presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma Tre, dopo aver compiuto stages in Contrattualistica ed aver perfezionato la propria formazione giuridica con un master in Diritto Industriale e tutela del Copyright a Roma, conseguita nel frattempo l’abilitazione di avvocato, si avvia alla professione forense allestendo uno Studio Legale nel cuore della città forense in Roma , dotato di moderni strumenti giuridici e tecnologici per una pronta e completa assistenza legale dei suoi Clienti.