Da oltre un anno aveva trovato un rifugio sicuro spostandosi tra diversi centri della provincia di Cosenza, fino a giungere da un paio di settimane a Rose, dove aveva individuato nella mansarda all’ultimo piano di un tranquillo condominio il luogo ideale per sottrarsi alla cattura, continuando a gestire i propri traffici illeciti. Ieri sera però la fuga di Francesco Strangio è finita: i carabinieri (Comando Provinciale di Reggio Calabria, di Cosenza e militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria) lo hanno sorpreso da solo all’interno dell’appartamento, in pieno centro abitato, e lo hanno arrestato.
Strangio, 38 anni, era latitante dal gennaio 2018, dopo una condanna a 14 anni di carcere per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, divenuta definitiva. Pluripregiudicato e più volte indagato nell’ambito di operazioni antidroga, Strangio è considerato un vero e proprio broker della ‘ndrangheta del narcotraffico internazionale, in grado di gestire in prima persona ingenti approvvigionamenti di cocaina dal sud America.
È stato infatti più volte riscontrato nel corso del tempo (su tutte, con le operazioni “Revolution” della Dda reggina e “Dionisio” della Dda di Milano) come abbia preso parte attiva a attività di narcotraffico di una più ampia organizzazione, saldamente legata al territorio ed alle cosche di ‘ndrangheta della Locride, che controllavano e dirigevano tutte le attività illecite con una capacità di proiezione e di infiltrazione su tutto il territorio nazionale.
Le indagini, infatti, hanno permesso di constatare come i membri dell’organizzazione disponessero di basi logistiche ed appoggi in tutta Italia e nei principali paesi europei (Germania, Olanda e Belgio), funzionali ad assicurare l’ingresso e lo smistamento dei carichi di cocaina in Europa.
In particolare Strangio (in stretta collaborazione con Bruno Pizzata, al vertice dell’organizzazione, che sta scontando in carcere una condanna a 30 anni di reclusione) ha personalmente preso parte alle trattative d’acquisto con i narcos sudamericani e ha organizzato i trasferimenti dello stupefacente a bordo di navi cargo con carichi di copertura in diversi porti del nord Europa (come Amburgo ed Anversa). Forte dell’esperienza acquisita nei trasferimenti transfrontalieri e dei contatti con i produttori sudamericani, Strangio ha avuto un ruolo attivo anche nel finanziare le importazioni, coinvolgendo altri “investitori” ai lucrosi traffici di stupefacente.
All’interno dell’abitazione di Rose nella quale si nascondeva, i carabinieri hanno trovato svariate carte di identità ed un passaporto intestati a terzi, acquisiti per essere contraffatti con la sostituzione della fotografia. Inoltre Strangio aveva con sé denaro contante (circa 8.000 euro) e nell’appartamento sono stati rinvenuti tre telefoni cellulari, parzialmente bruciati all’interno di un camino, due valigie già pronte per una rapida partenza e tracce di cocaina su alcuni mobili.
Tuttavia l’irruzione repentina dei militari – che hanno dovuto abbattere la porta blindata servendosi di un ariete – non ha lasciato alcun margine di fuga a Strangio. L’uomo è stato portato nel carcere di Cosenza: dovrà scontare la pena di 14 anni di reclusione e 60.000 euro di multa. Le indagini che hanno portato alla sua cattura sono state coordinte dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Reggio Calabria, diretta dal procuratore distrettuale Giovanni Bombardieri.