Luigi Magni è morto oggi a Roma. Un altro grande regista e sceneggiatore romano, autentico “narratore della romanità” lascia per sempre gli amanti del grande cinema, della storia e della romanità, specie quella papalina e risorgimentale, anticlericale e ribelle. La sua fama era esplosa alla fine degli anni ’60 con due grandi pellicole come “Nell’anno del signore” e “In nome del Papa re” ma anche con il più recente “In nome del popolo sovrano”, risalente all’inizio degli anni ’90, con cui aveva proseguito il filone storico che lo aveva contraddistinto nel tempo.
Classe 1928, Magni aveva attraversato la storia del secolo scorso e le storie del cinema italiano accanto ai nomi più celebri e importanti del ‘900.Dagli esordi da sceneggiatore nel 1956 con registi come Camillo Mastrocinque e Carlo Lizzani (recentemente scomparso a Roma) fino all’ultima pellicola firmata assieme all’amico di sempre, Nino Manfredi, nel 2000, Magni vinse il David di Donatello nel 2008. Poco per uno come lui, che come tanti della sua generazione seppe lavorare con estro, intelligenza e libertà.
Lui stesso, parlando di premi, disse anni fa in una celebre intervista «Il miglior premio è di essere fermato per la strada da uno che non hai mai visto e che ti dice “Senta, ma lei quando me lo fa un altro film?” Questo è l’unico vero premio che puoi ottenere facendo questo mestiere: qualcuno che ti dimostri di sentire la tua mancanza, perché i tuoi film gli sono piaciuti, lo hanno divertito e commosso». Il regista, che aveva raggiunto l’età di 85 anni, sarà ricordato nel funerale che si terrà martedì 29 alla chiesa degli artisti a piazza del popolo.