Cinema, “Il capitale umano”: la Brianza di Virzì ai tempi della crisi

L'ultimo film di Paolo virzì è un affresco sulla realtà arrogante e fragile del nord Italia ricco

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Il Capitale Umano non è un film razzista nei confronti di una certa Brianza come hanno rabbiosamente sostenuto i legisti. Ma parla realisticamente di una Brianza un tempo laboriosa e parsimoniosa oggi attaccata al danaro a qualunque  costo. La storia è divisa in quattro capitoli  – Dino, Carla, Serena e il Capitale umano – che si sviluppano attorno al fatto di cronaca che riguarda un cameriere di mezza età con moglie e figli, travolto da un Suv e abbandonato sul ciglio di una strada innevata delle colline briantee. La strada che porta alla fastosa villa del finanziere Bernaschi che vi risiede con la bella moglie ed ex attrice Carla, interpretata magnificamente nelle sue debolezze e nelle sue angosce da Valeria Bruni Tedeschi e dal rampollo smidollato e tipico enfant gate della nuova borghesia rampante.

Nella villa arriva casualmente il piccolo immobiliarista Dino Ossola che accompagna la figlia ancora legata al figlio del finanziere. Invitato a partecipare periodicamente alle partite di tennis si illude di essere entrato nel gran mondo della finanza indebitandosi per partecipare al fondo di investimento del Bernaschi che in breve lo ridurrà sul lastrico. La figlia Serena è un personaggio complesso che rifiuta quel mondo vuoto dove alcool e cocaina vanno alla grande e lascia il rampollo per legarsi ad un sensibile ed umanissimi giovane ex tossico che incontrerà nel centro psichiatrico diurno dove lavora la compagna dello sprovveduto immobiliarista. Tutta la vicenda, un Thriller, ruota sul mistero di chi guidava davvero il Suv assassino.

Così i quattro capitoli si incastrano sino alla verità finale nel susseguirsi delle stagioni che che segnano il breve arco temporale della vicenda. Ma è l’affresco che conta. Il quadro delle meschinità, dell’arroganza, delle debolezze di un mondo che gravita attorno ad una delle zone più ricche d’Europa dove ancora l’emarginazione e le miserie sono ben presenti, anzi esaltate dalla crisi che non lascia spazi alla solidarietà. Un ambiente dominato da chi ha scommesso sulla rovina del Paese e ha vinto, come rinfaccia Carla al marito proprio mentre inizia il sontuoso ricevimento che concluderà il film.

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