Poche le notizie che trapelano dallo staff del direttore generale Gubitosi, pare che l’obiettivo prima delle elezioni, sia “mettere in sicurezza” le direzioni da lui rinnovate. Completare la mappa organizzativa, permettendo ai nominati di avere una propria squadra e così lavorare tranquillamente per raggiungere i traguardi d’ascolto e di qualità prefissati.
Prima di tutto lo staff del DG. Attende ancora Adalberto Pellegrino, di subentrare ad Andrea Sassano (che non si sa dove andrà).
Giro di poltrone dal Marketing al Palinsesto. Marcello Ciannamea, ha preso il posto di Angelo Teodoli (dirottato al comando di Raidue), alla direzione Palinsesto, che a sua volta ha liberato la poltrona del Marketing (dove potrebbe andare Andrea Sassano) destinata ad un giovane di belle speranze Andrea Fabiano. Vanno completate le squadre delle reti, azzerate dall’arrivo dei nuovi direttori Leone a Raiuno, Teodoli a Raidue, Vianello a Raitre. Massimo due vicedirettori a rete e 4 dirigenti, alle strutture. Una circolare interna ribadisce che i doppi incarichi, soprattutto in area editoriale, non sono visti di buon occhio. Ad esempio la Bianca Berlinguer, che dirige e conduce il Tg3. Oppure responsabili di struttura che sono autori dei programmi che seguono, o vicedirettori con responsabilità diretta su uno o più programmi. Detto ciò entra in gioco il nemico: la DEROGA.
Deroga al numero dei due vice a rete. Deroga ai doppi incarichi. Deroga ad ex dipendenti ad avere contratti con la Rai. Un dedalo pericoloso di lacci e lacciuli posti da chi deve perdere, grado, potere, e controllo diretto sugli spazi televisivi. C’è già chi chiede deroghe al numero di solo due vice per canale. Ne vorrebbero 5. C’è chi conduce (un telegiornale, un programma) che chiede deroghe a poter mantenere anche l’incarico dirigenziale (per non perdere una voce sostanziosa dello stipendio?). Qui si gioca un’importante partita per il direttore generale Luigi Gubitosi. Se cede ora anche ad una sola deroga, rischia di perdere il controllo del gioco.
Ancora ad oggi i lavoratori Rai non hanno il contratto rinnovato. Anche i sindacati chiedono deroghe, mettendo i lavoratori l’uno contro l’altro. Amministrativi contro tecnici di produzione. Ci può essere sempre un accordo migliore, ma oggi è il momento di scendere a compromessi. Date un’occhiata fuori da viale Mazzini, c’è crisi nera. La Rai è ancora un’isola felice, ma è in arrivo lo tsunami. La chiave potrebbe essere il recupero dell’evasione del canone. Circa 500 milioni di euro l’anno. Ma se la Rai riceve un compenso dallo stato per un accordo stabilito in un contratto di servizio, perché deve ricevere un corrispettivo parziale se lo stato non riesce a farsi pagare dai cittadini?
La Rai deve ricevere l’importo completo derivante dalla somma degli abbonati. Poi sarà lo stato a recuperare le somme non pagate. Ma se voi foste proprietari di un appartamento, e l’appartamento lo fittate ad un inquilino (che di lavoro vende gelati) sottoscrivendo un contratto, se questo non vi paga perché non riesce a farsi pagare i gelati che vende, accettereste una somma d’affitto inferiore a quella dovuta? E poi se vi chiedessero di assumervi l’onere di recuperare le somme dei gelati venduti e non pagati?
Avrebbe concluso Renzo Arbore…meditate gente…meditate!
Carlo Brigante