Rai sotto l’attacco di 4 peones

Gubitosi in Vigilanza difende il servizio pubblico e sottolinea il grave danno causato dalle ingerenze della politica

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Rai sotto attacco di 4 peones. Gubitosi brunetta schifani

Come mai da qualche settimana, Renato Brunetta, quotidianamente attacca la Rai? Perché in commissione di vigilanza il Pdl ha eletto tra gli altri i due Renato (Schifani e Brunetta)? Sicuramente per favorire Mediaset, in forte calo d’ascolti e di pubblicità. Molti ricorderanno le dichiarazioni di Fedele Confalonieri sulla missione della Rai, “esclusivamente servizio pubblico”! Oggi i quattro peones della Vigilanza, in ossequio al Cavaliere, cercano di indebolire il servizio pubblico entrando nel merito dei contratti artistici e dei contenuti editoriali per evitare che gli ascolti salgano e che l’autorevolezza della Rai accresca.

Dovremmo ricordare a Brunetta il grande flop di Vittorio Sgarbi sottoscritto e attivato da Mauro Masi (ex DG) con un programma costato oltre tre milioni di euro per una puntata cotta, mangiata e vomitata! Non mi pare che all’epoca occhiuti parlamentari del Pdl abbiano eretto barricate o criticato la governance per aver buttato al vento il denaro pubblico.

Artisti come Crozza, dopo il caos nato intorno al presunto ingaggio milionario (con il quale la Rai avrebbe guadagnato lautamente per risanare le sue casse), hanno detto ai loro agenti di stare lontani dalla tv pubblica. Preferiscono internet e le piazze, favorendo competitor privati come La 7 o Canale 5. Altro problema il canone con il 27% di evasione. E’ chiara la paura del Governo di affrontare il problema mettendo la quota nella bolletta della luce, o all’interno della TRISE al debutto nel 2014. Eppure lo stato incassa i milioni del canone, ne trattiene un 40%, e gira il tutto alla RAI dopo qualche anno.

La beffa non finisce qui. Per il recupero dell’evasione è delegata la stessa Rai, ma se il canone è un compenso in ragione di un contratto di servizio, stabilito il valore di questo stesso, lo stato dovrebbe girare la cifra per intero, preoccupandosi di recuperarne la quota evasa. Il contratto di servizio non si vende a peso, meno canone meno ore di informazione. La Rai offre di tutto e di più, anche per sostenere la maggioranza degli utenti che non può permettersi di pagare 600 euro all’anno di SKY, o 400 euro all’anno di Mediaset Premium.

Fortunatamente i membri della commissione di vigilanza del PD cercano di proteggere Gubitosi (che si difende benissimo da solo, anche se indebolito dalla caduta libera di Monti) e la Rai. Il problema (nel 2015) sarà il dopo Gubitosi. L’azienda si sta abituando ad una conduzione manageriale vera. Ora molto è nelle mani della Presidente Anna Maria Tarantola che ha un rapporto di stima personale con il Ministro Saccomanni titolare del Tesoro proprietario della Rai.

 

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