Gli ascolti della seconda serata del festival parlano chiaro: 7 milioni contro gli undici dell’anno precedente, share 33,95 contro i 42,89 dell’anno precedente. Chissà se oggi durante la conferenza stampa il re dei floppers della Rai il direttore Giancarlo Leone finalmente annuncerà che il Festival è stato un flop? Che in solo due puntate rispetto all’altro anno ha perso quasi cinque milioni si spettatori.
DATI INATTESI – Difficile non dirlo, i dati sono cruenti, inattesi per chi non guardava lo show con gli occhi di un telespettatore. E’ un festival senza ascolti e profondità, non quella intellettuale di Fabio Fazio che è immensa e gli permette di alimentare via via pistolotti dal palco dell’Ariston su come noi italiani dobbiamo pensare e agire (sappiamo bene che lui fa riferimento a due fondamentali pensatori contemporanei del pensiero unico: Saviano e Gramellini), ma manca realmente la profondità sul palco. Abbiamo una scenografia monodimensionale, con qualche effettino di luce tipo festa paesana, non c’è lo sfarzo di sempre, e la Littizzetto in onda ha definito bene gli spazi per l’orchestra:”sono loculi”. Se il festival deve essere una festa, che festa sia, non un modesto appuntamento, cheap&cheap. I soldi ci sono.
NESSUN ACCENNO NEI PROGRAMMI – Chissà se la scenografia di questo anno è costata la metà? Ieri abbiamo registrato un fenomeno curioso. nessuno, ci sembra, ha detto in Rai che il festival aveva perso nella prima puntata ben due milioni di ascoltatori, tutti a esaltare il picco del monologo della Littizzetto. Il miglior interprete è stato come sempre il gran cerimoniere Mollica del tg1, “buono come il pane” (seconda citazione della Littizzetto), non riesce a non incensare, nella sua lunga carriera, (ma gli ultra sessantenni della Rai non dovrebbero andare in pensione buon Gubitosi?) ha parlato sempre di bei libri, bei film, bei festival… E anche nei vari appuntamenti del tg1 non ha voluto smentirsi, nessun accenno alla perdita di ascolti. Oggi dove troverà il picco per consolarsi? Solo alla Vita in diretta di ieri, si sono giudicate con sincerità le modeste prestazioni di Fazio e Littizzetto, ma in quel programma si poteva, rappresenta l’alternanza democratica, l’altra metà della tv italiana, lì non domina lo zampino del manager Caschetto, gestore in toto o quasi del festival di Fazio, ma quello di un altro importante signore:Lucio Presta.
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