Rai, Luigi Gubitosi pronto a deporre le armi e lasciare l’azienda?

Probabile un suo passaggio in un’altra società dopo solo due anni di permanenza a viale Mazzini

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Rai, Gubitosi

Caro Gubitosi, la mia penna è stata sempre a suo favore. Forse è stato l’unico manager a guidarla con più indipendenza rispetto agli altri, che l’hanno amata poco. Solo usata per scalare le liste degli incarichi nelle partecipate di stato. Quasi tutti. Salviamo Biagio Agnes. Direttore Generale che amava la Rai e amato dalla Rai.

L’ACCOGLIENZA – Leggiamo in queste ore di un suo possibile passaggio ad un’altra azienda dopo solo due anni di permanenza a viale Mazzini. Certo devo ammettere che l’accoglienza riservata a lei non è stata delle migliori, contratto a termine e stipendio ridotto, e stesse “alte” responsabilità. Effettivamente un brutto posto dove non è facile muoversi, con questi politici che rompono, per quella nomina, per qualche fidanzata di troppo con ambizioni di show girl con poco o nessun curriculum. Eppure a sentire manager e dipendenti un cambiamento lento sta avvenendo a due anni dalla sua gestione.

LA SFIDA – Lasciare ora senza completare l’opera sarebbe un danno peggiore che non aver mai iniziato. Lei è stato il primo a neutralizzare il lavorio parallelo di alcuni consiglieri, che non potrebbero neanche consigliare i numeri al lotto, venuti dal nulla, o peggio chi poteva non ha voluto lavorare attivamente. Certo il ruolo del manager di per sè deve essere “freddo”, non ci si può appassionare alla “prima azienda di stato”, azienda che garantisce la libertà e l’opinione. Allora rilanci. Non abbassi le armi, accetti la sfida di Renzi. Rimanga in Rai, difenda il servizio pubblico. Ma poi che tristezza passare dalla Rai alle Poste, all’Enel. Ma il “Cavallo Morente di Francesco Messina” vale così poco? Mica vorrà essere lei a dare il colpo di grazia?

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