Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera-denuncia del Movimento lavoratrici e lavoratori Rai Indignerai. “E’ da tempo ormai che, a sentire le notizie e i segnali che provengono dalle segrete di Viale Mazzini, pare di leggere il romanzo di Gabriel Garcia Marquez.
IL PROTAGONISTA – Il protagonista di questa revisione del racconto è la NOSTRA RAI. Come nel romanzo di Marquez, in Rai tutti sanno qualcosa, tutti vivono il racconto da un punto di vista diverso, ma nessuno che tenti di evitare il compimento dell’assassinio aziendale. Alcuni assassini ora stanno facendo di tutto per farsi scoprire, ma non c’è nessuno che li fermi. Nella nostra storia gli “assassini” lasciano persino le dichiarazioni di Morte:
IL ROTTAMATORE MATTEO RENZI – La Rai è chiamata a concorrere al risanamento con tutti gli altri, con un contributo di 150 milioni di euro. Il Consiglio dei Ministri ha autorizzato la Rai a vendere, se lo vorrà, Raiway e autorizzato a riorganizzare le sedi regionali. Il come – si legge nella lettera – lo deciderà il Cda della Rai, ma non è invece nella possibilità della Rai stabilire se partecipare o no al risanamento. Parteciperà con 150 milioni di euro.
IL PROLIFICO GRAZIANO DEL RIO – Stiamo parlando di spending review che vale per tutte le aziende pubbliche. Consiglierei alla Rai di dare i 150 milioni di risparmio, così li mettiamo nelle tasche dei cittadini.
IL COMMISSARIO MICHELE ANZALDO (COMMISSIONE DI VIGILANZA PER IL PD) – Si cambia verso per davvero, finalmente ora il servizio pubblico radiotelevisivo potrà diventare realmente competitivo a livello europeo. Il provvedimento (…) metterà l’azienda, che conta decine di direzioni, di fronte all’esigenza di una vera riorganizzazione ed alla necessità di ridurre in maniera seria sprechi e spese inutili. Dopo aver tenuto banco temi come l’aumento del canone e le nuove assunzioni di manager esterni, ora la musica cambia e la Rai dovrà veramente mettere mano alle inefficienze.
IL RINNOVO – Il governo delle ROTTAMAZIONI afferma che le sedi regionali, elemento di base per il rinnovo della CONVENZIONE STATO-RAI, devono essere ottimizzate secondo criteri sconosciuti, e ci sorge il dubbio che abbiano poco a che vedere con l’informazione e il SERVIZIO PUBBLICO. Dipendenti utilizzati come pedine in un bilancio statale che sembra il gioco del monopoli e la cassa integrazione che, per pudore non viene ancora menzionata.
Questa la somma algebrica: -150 milioni di euro di contributo ai Rottamatori di stato da pagare entro il 2015; -100 milioni di diritti sportivi; -30 milioni di euro circa di interventi strutturali nei cptv e alla sede di Viale Mazzini; -441 milioni di euro di esposizioni bancarie. Negativo su negativo che non genera positivo. Non ultima un’evasione sempre in salita e supportata da un piano editoriale assente e poco innovativo. E del resto ci sembra fuori luogo l’idea di porre il canone in bolletta quando, dalle condizioni che si profilano all’orizzonte e stante le dichiarazioni dei membri governativi, il contratto di Concessione non sarà affidato in esclusiva alla Rai, grazie ad una Legge Gasparri, cavallo di troia per l’azienda.
RAI LIBERA DAI PARTITI – In tutto questo massacro – conclude la lettera – il governo del rottamare, osservato il corpo già agonizzante, cosa si limita a dire? Vendete i ponti di trasmissioni al migliore offerente… si aprono scommesse su chi sarà l’acquirente! Con i 600 milioni di euro di ricavo sulla vendita/noleggio dei ponti, dicono, ci possiamo andare avanti fino al 2016. Giusto in tempo per emettere l’ultimo rantolo, comprare una bella pala e scavarci la fossa. Chiediamo a tutti quelli che sino ad ora hanno sperato, creduto e voluto desiderare una RAI LIBERA DAI PARTITI e in grado di fornire un SERVIZIO PUBBLICO di livello e di qualità di raccogliere il nostro grido di aiuto e DIFENDERE LA RAI COME RISORSA CULTURALE E DI INFORMAZIONE. Non vorremmo scrivere un giorno il seguente epitaffio: qui riposa la Rai Servizio Pubblico, venuta a mancare dopo anni di violenze e abusi di potere da parte della politica. Muore dopo aver versato l’ultima offerta per servire il pubblico reso povero dal privato. I dipendenti e i pochi amici posero”.
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