Età media 62 anni. Ascolto intorno agli 800mila spettatori. Perdita di share rispetto all’anno precedente di circa il 5%.
LA MATTINA DI RAIUNO – I dati della mattina di Raiuno sono talmente catastrofici che in un’altra qualsiasi azienda si sarebbero presi dei provvedimenti drastici. Invece il clima sembra sereno e l’ottimismo sta tutto nel sorrisino di compiacimento del giornalista Duilio Giammaria. In realtà noi telespettatori non possiamo difenderci da una mattinata tv che sembra quasi voler punire tutti quei teleabbonati anziani, sperduti nei paesini dell’Italia, costretti a subire, per il piacere degli stessi conduttori, ore e ore di politica.
I POLITICI IN TV – C’é ancora l’ingenuo convincimento che ospitare un politico aggiunga potere e rispetto. Come sempre in Rai la realtà viene percepita dopo molti anni e non si sono ancora accorti che il mondo è cambiato. E nel torpore mattutino c’è il risveglio dei presentatori solo quando possono pronunciare le parole magiche: senatore…onorevole…presidente…ministro… Un’eccitazione senza uguale, ma non per i telespettatori, sicuramente quelli più anziani che non possono manovrare il telecomando chiederanno a un parente, alla badante, all’infermiera, con voce malferma: “Cambia canale”. Un insuccesso totale. Una mattinata costruita solo per far gioire e cinguettare chi la conduce, ma che non ha alcuna attenzione per chi l’ascolta. Da oggi noi di Cinque vogliamo analizzare il palinsesto di Raiuno e fare un bilancio di stagione.
IL BILANCIO – Partiamo dal risveglio, ovvero dalle ore sei: l’appuntamento di Unomattina caffè si rivela subito un programma senza alcun senso. Nella quasi mezz’ora si alternano inzuppati come tanti biscotti savoiardi, appuntamenti dedicati alla cultura. E’ come se il gallo ogni mattina dovesse cantare una romanza o declamare una poesia. Niente chicchirichì, ma solo paludati e intensi pensieri di filosofia e cultura. Infatti in tutta Italia al risveglio le persone aprono i Promessi Sposi che tengono sul comodino e ne leggono qualche capitolo. D’altra parte in questo caso non è colpa dei conduttori, infatti quella insensata quasi mezz’ora di Raiuno è stata solo pensata per relegare lassù la cultura, raggrupparla in un recinto, nella riserva indiana, solo per poter dire che a Uno mattina e in Rai si fa tanta cultura e servizio pubblico. Una bella balla. Ha ragione il ministro della cultura Franceschini quando chiede “…un risarcimento da parte della televisione che in questi anni ha fatto un grande danno alla lettura”. Certo se si arrivasse alla soluzione di diffondere davvero il sapere nel servizio pubblico si dovrebbero cambiare gran parte dei conduttori, sostituendoli con professionisti che almeno qualche libro lo abbiano sfogliato. Continua…
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