La crisi della Rai si presenta lunga e pericolosa. Il dg Gubitosi ha annunciato tra l’altro che si dovranno fare dei licenziamenti. Potrebbe essere solo una pressione su Matteo Renzi per cercare di evitare di versare all’erario i famosi 150 milioni di euro. Non sappiamo se ci riuscirà. Comunque l’11 giugno i dipendenti scenderanno in sciopero.
DIPENDENTI RAI COME CAPRO ESPIATORIO – Quello che sta accadendo è molto grave, perché comunque, come succede in queste situazioni, ci vanno di mezzo i tredicimila occupati. Secondo noi questo non è giusto. I dipendenti della Rai, compresi i giornalisti, sono un gruppo molto capace professionalmente. Persone che hanno sempre cercato di difendere la qualità e condannare gli sprechi, la disorganizzazione, le marchette, gli imbrogli. Stipendi bassi e non da nababbi. Molti di loro sono stati messi da parte a favore del personale di società esterne di appalto; non si fanno da anni corsi di aggiornamento, i mezzi tecnici sono archeologici, le poche possibilità di carriera sono state solo quelle clientelari.
LE VERE RESPONSABILITÀ – Viene una grande amarezza a pensare come l’opinione pubblica in questa fase condanni tutta l’azienda senza voler cercare le vere responsabilità. Basta fare l’elenco degli ultimi direttori generali per comprendere come si è giunti a una situazione così compromessa, soprattutto nella parte editoriale: Meocci, Masi, Lei, persone che non si sono mostrate all’altezza, frutto solo di combinazioni politiche. Amaro in fundo il dg Gubitosi in Presta, (nominato da Monti) freddo calcolatore, ha infilato nell’azienda i suoi amici che erano in difficoltà, persone che l’unica cosa di tv che sapevano era come si accendeva e spengeva un televisore. Una compagnia allo sbando che, nascondendosi dietro una managerialità discussa, ha trascinato ancor più nel caos l’azienda. L’eccitazione dei tagli senza criterio, come si è fatto soprattutto sui programmi, era l’unico fremito che li ha distinti. Dai dati che si annunciano la Rai ha perso quasi tre punti di share, una catastrofe che peggiorerà nel tempo, considerando le tre persone che hanno in mano le sorti degli stipendi dei dipendenti Rai e delle tre reti televisive: Leone, Teodoli, Vianello (scelti con cura da Gubitosi).
IL MASSACRO MEDIATICO – Un massacro mediatico ingiusto che sta umiliando dipendenti e giornalisti seri, professionali, che hanno coperto con orgoglio le mille lacune, la superbia, l’ignoranza, l’inesperienza di tanti dirigenti messi da Gubitosi e da altri, giunti solo a carpire uno stipendio che non avrebbero più avuto. La Rai in questi anni si è salvata solo per l’impegno di tutti i dipendenti, una forza che ha tenuto a galla la nave. Noi ci auguriamo che non si perdano d’animo, siamo certi che le falle potranno essere sempre sanate con il solito impegno.
LA RIPRESA – Ovviamente speriamo che Gubitosi al più presto abbandoni la nave con tutta la sua ciurma. Ci aspettiamo la nomina di un Dg che conosca il suo lavoro, che ami soprattutto la Rai e i suoi lavoratori, che non usi solo i dipendenti per ottenere delazioni e robaccia del genere. Poi sarà facile riprendersi, perché ogni dipendente sa come operare nel suo ruolo, e si riaccenderà il futuro. Certo, povera Rai, che brutto momento ti tocca subire dopo sessanta anni di onorato servizio!
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