Rai, i burocrati al comando: tutte le scelte sbagliate di Gubitosi

Tra calo di ascolti e spese folli l'azienda si dovrà rifondare. Speriamo solo che arrivino persone capaci di fare televisione

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Il dg Gubitosi sta completando la lenta demolizione della parte editoriale della Rai. Molti affermano che il suo sponsor Mario Monti in un anno ha distrutto l’Italia, anche Giggino sta facendo del suo meglio: eliminare dalle reti televisive e radiofoniche le persone di idee, coloro che conoscono e sanno fare i programmi, sostituendoli con i profili che lui più ama e capisce: uomini di budget, cifraioli, che si eccitano solo alla parola “meno” e vanno in crisi quando si dice “più”. Ricordiamo ad esempio la scelta sui direttori di rete.

LE SCELTE – Giancarlo Leone, direttore di Raiuno, nella sua vita aveva solo assaporato un po’ di profumo di cinema, sapeva tutto di palinsesto e marketing e di burocrazia aziendale ma di programmi assai poco e i risultati negativi ce lo hanno confermato. Angelo Teodoli, direttore di Raidue, capostazione da sempre dei palinsesti, non aveva mai toccato un programma, ne conosceva solo a memoria l’orario di messa in onda e il titolo. Altro sbaglio clamoroso. Andrea Vianello, direttore di Raitre, buon conduttore, ma ben diverso é coordinare e ideare progetti di altri. Altro flop annunciato. Ma Gubitosi continua nella sua illogica occupazione dei posti editoriali con persone che sanno solo di scartoffie e budget. Ieri a esempio a Radiodue, la più importante emittente della Radio, è stata collocata come direttore una certa Paola Marchesini. Un’impiegata che ha fatto tanta burocrazia e carriera, abile nel tagliare e scorporare, capace forse di acquistare bei microfoni, altoparlanti, mixer audio dell’ultima generazione, ma che di programmi non ne sa granché. O forse, frequentando il marito potentissimo Paolo del Brocco direttore di Raicinema, ha appreso nelle numerose cene con gli artisti del cinema italiano, l’arte sopraffina dell’invenzione, della creatività, della cultura? Quello che ci sorprende è come nel Cda della Rai non si valutino a fondo i curriculum dei candidati e che si approvi tutto a occhi chiusi. Sembrerebbe che i consiglieri d’amministrazione si appoggino solo sui giochini degli scambi, dove Giggino, da buon napoletano è un maestro.

PERSONE AL COMANDO – Intanto i risultati continuano a cadere sugli ascolti della Rai. Estate in diretta, con la coppia più improbabile degli ultimi anni, Daniele & Quaranta ha fatto scendere il termometro dell’Auditel di quasi due punti rispetto all’altro anno. “Reazione a catena” nella fascia preserale registra una contrazione dell’1,5% di share. Cala la pubblicità, il pubblico, la reputazione. Dopo che il ciclone Gubitosi sarà passato trascinando via l’equipaggio  dei suoi ragionieri, resteranno molte macerie. L’azienda si dovrà rifondare, e speriamo che arrivino al comando finalmente persone capaci di fare televisione. Almeno che la Rai non si trasformi in un’azienda metal meccanica o telefonica.

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