Rai, Anna Maria Tarantola da moralizzatrice a incriminata

Appena arrivata tuonò contro una televisione volgare che trattava la figura femminile senza alcun rispetto

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Rai, Anna Maria Tarantola

In Italia si parla molto in questi giorni di “immoralità diffusa”, a noi piace anche vederne un altro aspetto che potremmo definire “moralismo diffuso”.

PREGIUDIZI – Un’altra antica tradizione italica, si diceva spesso al tempo dei Democristiani: “Predicano bene ma razzolano male” o citando il Vangelo: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non t’accorgi della trave che sta nel tuo?” Capita a tutti di dare giudizi definitivi, mostrarsi integerrimi, ma spesso la realtà è un po’ cattivella… Non possiamo e vogliamo considerare la delicata signora imbiancata come la nonnina del caffè di tanti Caroselli fa come una persona che pratica il “moralismo diffuso”, ma certo la presidente della Rai Anna Maria Tarantola qualche piccola contraddizione l’ha mostrata in questi ultimi tempi. Sempre in buona fede ovviamente. Appena arrivata in Rai tuonò con la sua voce delicata ma ferma contro una televisione volgare che trattava la figura femminile senza alcun rispetto. Prese come riferimento la Vita in diretta, e con il suo contributo autorevole avrebbe partecipato alla cacciata del miglior autore televisivo della Rai: Daniel Toaff (adesso imperversa a Mediaset con grande successo), avrebbe agevolato la tenue conduzione di Di Mare & Perego.

IL FUTURO INCERTO – Certo la campagna moralizzatrice della nostra Presidente fu immediatamente smentita dai fatti. Il programma non decollava e gli autori furono costretti ai soliti mezzucci, seguendo l’Auditel che si abbassava, accorciarono le gonne, aprirono le scollature, furono invitati i peggiori esperti di gossip, insomma si tornò al vecchio, ottenendo un programma d’insuccesso che cavalcava malamente la solita tv di spazzatura. Quisquilie si dirà. In questi giorni però Anna Maria Tarantola è tornata, e ci dispiace, nelle cronache: è stata indagata dalla procura di Trani per una storia di derivati tossici, una situazione che avrebbe portato un danno enorme a tantissimi risparmiatori. Questi fatti sono avvenuti quando era in Banca d’Italia. Nell’altra inchiesta, quella dell’Antonveneta, Giampiero Fiorani avrebbe confermato di aver regalato a Lady Vigilanza orologi Cartier, vassoi e posate d’argento, braccialetti di Tiffany e Pomellato. Oggetti ben al di sopra dei 150 euro che la Rai ha imposto ai dipendenti come valore massimo per i regali. Noi siamo sempre dalla parte della legge e speriamo che al più presto tutte queste storie vengano chiarite, fermamente convinti che non si può condannare nessuno prima della fine di un procedimento. Non la pensano come noi i dipendenti Rai e i sindacati che hanno chiesto a gran voce, nelle bacheche aziendali, le dimissioni della presidente Anna Maria Tarantola. Ma questa decisione spetterà solo a Lady Vigilanza. Noi non possiamo che aspettare con fiducia…

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