Dopo dodici anni di conduzione di ”Ballarò” e dopo un proficua esperienza quasi ventennale in Azienda, Giovanni Floris lascia la Rai. La Rai, nel ringraziarlo per il lavoro svolto, gli porge i migliori auguri per il suo futuro professionale. Così una nota dell’ufficio stampa di Viale Mazzini.
LA POLEMICA – «Attenti a non fare di Giovanni Floris un martire televisivo». Questa la raccomandazione che Palazzo Chigi avrebbe inoltrato in gran segreto ai vertici Rai nei giorni scorsi. Le trattative Rai-Floris hanno risentito del clima che si respira in azienda dopo l’annuncio dei “tagli” del governo e la vendita di RaiWay, non ha giovato il battibecco in diretta a Ballarò tra Matteo Renzi e il conduttore, il 13 maggio scorso, in piena campagna elettorale. Le polemiche montavano, c’era chi immaginava Floris già con le valigie in mano, pronto ad abbracciare Piersilvio Berlusconi (Mediaset) o Urbano Cairo (La7), si temeva il “danno di immagine” per il premier. Il giornalista, oltre alla conduzione di Ballarò (su RaiTre), chiedeva una striscia quotidiana su RaiUno di 10 minuti (con il placet del direttore Giancarlo Leone) e un piccolo ritocco al rialzo del suo cachet, per il lavoro in più.
LE REAZIONI – “E’ molto grave l’addio improvviso di Giovanni Floris alla Rai dopo quella che appare come una maldestra trattativa gestita in maniera decisamente discutibile dall’azienda. I vertici Rai vengano immediatamente in commissione di Vigilanza per chiarire come sono andate le cose”. E’ quanto dichiara il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. “Ballarò rappresenta la trasmissione di punta – spiega Anzaldi – dell’informazione Rai in prima serata, con picchi di ascolto che hanno portato Raitre anche a vincere la serata. Non si capisce come siano andate le cose e perchè, dopo una carriera ventennale nel servizio pubblico, Floris sia stato lasciato andare via. Una gestione che rischia di essere un assist per la concorrenza. Chiederò subito in ufficio di presidenza della Vigilanza che i vertici Rai siano ascoltati dalla commissione parlamentare. Sarebbe grave se si scoprisse che non vi siano solo ragioni economiche dietro la scelta di chiudere la collaborazione con il conduttore”.
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