Rai, Giancarlo Leone e lo show dei provini (finti)

Nello studio di via Teulada vanno avanti le audizioni, molti programmi, però, sembrano essere blindati. "A torto o a ragione", per esempio, sarebbe stato già ufficialmente affidato a Lorella Cuccarini

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lorella cuccarini rai

Giancarlo Leone direttore di Raiuno, ha inventato a fine carriera lo spettacolo più divertente, senza uguali, una pietra miliare della tv su cui Aldo Grasso scriverà un saggio: lo show dei provini.

A TORTO O A RAGIONE – Come ci siamo raccontati più volte, per trovare la conduzione di “A torto o a ragione” programma del primo pomeriggio su Raiuno, @Giankaleone con la partecipazione straordinaria di Lucio Presta, ha pensato bene di mettere in piedi una serie di audizioni. Una via seria e professionale che era in disuso in Rai. Apprezzabile e sorprendente. Crederci o non crederci? Noi vi avevamo annunciato fin dalle prime battute che la scelta sarebbe potuta cadere su Lorella Cuccarini, infatti la conduttrice avrebbe sbaragliato subito Elisa Isoardi, che ha avuto il contentino del mattino con il programma “A conti fatti” e Mara Venier, che ha avuto il piacere di vedere ancora il suo nome alla ribalta, tutte comunque e rigorosamente della scuderia di Lucio Presta. Abbiamo però seguito con divertimento lo show dei provini.

PROVINI SU PROVINI – Le disavventure del povero Montrucchio, di Luca Barbarossa, che ha rifiutato di partecipare, poi si è arrivati al provino di oggi di Lanfranchi e Ossini. Mentre nello studio di via Teulada si continuerebbero quindi a simulare provini su provini, con registrazioni vere, alcune voci invece confermerebbero l’incarico ufficiale a Lorella Cuccarini. Bisogna riconoscere che lo stile Leone & Presta ci ha ricordato un vecchio andazzo del cinema del passato, capitava che quando era già stato dato il ruolo all’attrice principale, per fingere che la scelta fosse stata fatta con scrupolo professionale, si affittava uno studio con una cinepresa e si mettevano in piedi i provini, che venivano tutti realizzati, come si diceva allora, con la “pellicola francese”, ovvero non c’era niente nella macchina da ripresa. Questo per risparmiare. Invece in Rai la finzione deve essere reale il più possibile e il nastro c’è ed è digitale Sony. Costoso assai. Ma che bel divertimento, Madama Rai!

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