Sanremo non è una bestia facile. Solo i Ravera e Baudo hanno potuto gestire spettacolo, musica e qualità. Carlo Conti è anche un autore televisivo oltre che direttore artistico del programma più importante dalla Rai. In una lunga intervista al Messaggero ha promesso una manifestazione all’insegna delle buone canzoni scanzonate rispettando gli artisti che le interpretano. Sui giovani grandi aspettative.
L’INEVITABILE SCONTRO – Come si fa a conciliare questa idea creativa, libera, senza fare i calcoli con Sony, Universal, Warner, Sugar e poi i defilippiani? I conti si fanno sulle dita di una mano. Non c’è spazio per tutti. Oggi Maria De Filippi è l’unica a lanciare talenti sulla ribalta della scena musicale. Non a caso il “Carlo Nazionale” pare abbia annunciato l’allargamento dei numeri della categoria “big”. E perché non dare più possibilità ai giovani che sono solo in 8? Anche qui la coperta è corta. Un posto occupato da Area Sanremo, uno per ogni major. Rimangono solo due posti per i sognatori.
IN RADIO – Non apriamo il discorso radio che sostengono gli artisti. I Modà due anni fa hanno pagato dazio (molto spinti dalla prima radio italiana RTL di Lorenzo Suraci). Primi al televoto ma azzoppati dalla giuria di qualità arrivarono secondi. Il detto dice “Voce di POPOLO voce di DIO”, ma purtroppo di questi tempi non si canta più neanche in Paradiso, anzi si piange. Ecco il perché del cambiamento climatico, da lì solo piogge!
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