Nonostante la furia che spesso Matteo Renzi usa per cambiare le cose, quello che ci sorprende di più è come ancor oggi, nonostante tanti buoni propositi, non abbia messo le mani sulla Rai.
I DUBBI – E’ un’azienda troppo esplosiva e pericolosa? All’interno giocano poteri forti con i quali è difficile trattare? Il Presidente del Consiglio ha avuto già qualche lusinga che lo ha trattenuto nel cambiare l’azienda di stato? O è stato sufficiente far pagare alla Rai i 150 milioni di euro con un prelievo forzoso? Sono tutte domande che dovranno per forza avere una risposta nei prossimi mesi. Grillo sta portando una campagna violenta contro gli sprechi e gli appalti della Rai, sicuramente avrà ragione, ma noi pensiamo che quello che sta mostrando la corda, il più grave difetto dell’azienda stia soprattutto nella parte editoriale. L’offerta è vecchia, ripetitiva e sovrabbondante, sostenuta solo dai soliti volti quotidiani, quelli scelti non per meriti ma per potere. Non è cambiato nulla, resta solo il passato da vedere in tv. E quando nel prossimo futuro si arriverà al dunque si dovranno sciogliere tutti i nodi: un dg, Luigi Gubitosi, in uscita che speriamo porti con sé la sua ciurma di esperti metalmeccanici e telefonici che ha fatto assumere, i tre direttori di rete che dovranno essere cambiati, l’autore di tanta insufficienza nel reparto editoriale, ovvero il vice direttore generale, il leghista Antonio Marano come potrà rimanere al suo posto dopo numerosi insuccessi? E il Cda in scadenza, l’arrivo della riforma delle News, la pubblicità in calo, il cambio dei direttori dei Tg, l’eccessiva magnificenza organizzativa, 22 sedi regionali, altrettante nel mondo, una burocrazia paralizzante? Insomma di problemi irrisolti la Rai ne ha talmente tanti che quasi sembra che anche l'”efficiente” Renzi abbia avuto paura ad affrontarli.
GLI APPUNTAMENTI – Ma gli appuntamenti si stanno facendo ineluttabili, si dovrà per forza riformare questa benedetta azienda, almeno che non si voglia la sua estinzione, lentamente, per lasciare spazio a nuovi editori, da De Benedetti, a Murdoch che si è rafforzato in Europa, a Mediaset, sempre più snella e aggressiva, a La7 che ha strappato alla Rai anche Floris. Forse il fatto che la Rai sia in stallo può far venire in mente l’Alitalia. Colossi che sembrava impossibile potessero crollare. Vi ricordate anche l’Iri? O il Piano di rinascita democratica della P2, in cui si annunciava il ridimensionamento del servizio pubblico per arrivare a una sola rete televisiva concessa alla Rai?
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