Michele Santoro all’attacco. Il papà di un genere italiano che ha avuto negli anni molto successo, ovvero il talk politico, lancia dichiarazioni di fuoco, il giorno del ritorno su La7 con “Servizio pubblico”.
DICHIARAZIONI AL VELENO – «Non condivido la scelta di riempire all’inverosimile la programmazione di trasmissioni d’approfondimento, i cosiddetti talk, che con il venir meno nella società di grandi contrasti, e con la scomparsa dei partiti, hanno creato nel pubblico una specie di nausea e un vero e proprio rigetto».
Il guerriero Michele si sta preparando a non incassare i grandi ascolti che lo hanno sempre contraddistinto? In qualche maniera mette le mani avanti. Certo il confronto con Virus su Raidue non dovrebbe infastidirlo ma forse la sua paura è che con tanti galli che stanno a cantare nel pollaio dei talk, possa uscire scalfita la sua immagine. Che anche lui subisca il terremoto negli ascolti di Giannini su Ballarò o di Floris che stenta a riprendersi, o della misteriosa scomparsa della Gruber malata? Tutti elementi che possono preoccupare anche un vecchio mestierante come lui. Ma perché mai tutte le tv si stanno buttando sui talk? La vera risposta è la crisi economica, non perché è un tema vincente da trattare nei programmi ma perché non ci sono più soldi da investire nella tv. Nello stagno di creatività, nessuno cerca il riscatto delle idee, ci si affida a quello che impegna meno economicamente sperando di incassare il più possibile, ma l’inflazione di mercato ha portato alla corda anche il talk. Infatti Santoro conferma alcune nostre considerazioni che facciamo da tempo.
IL NODO – «Cosa ci può essere di meno costoso e di più facile da realizzare di un talk? Un altro talk. Così assistiamo all’incredibile paradosso di un calo della domanda del pubblico a cui corrisponde un’incredibile moltiplicazione dell’offerta».
Stasera comunque vedremo Michele Santoro all’opera, dopo aver assistito con poca emozione alle due copie cinesi di “Ballarò” con Giannini e “diMartedì” con Floris (vale la pena di ricordare la battuta di Fiorello: “…Erano talmente uguali ‘sti due programmi che alle domande di Giannini rispondevano gli ospiti di Floris”). Sarà difficile provare antiche ebbrezze, ma certo non avremo la necessità di saltabeccare da La7 a Raidue. Virus lo lasciamo a chi ama la tv soporifera. Ascolti? Noi pensiamo un 5% di Santoro contro un 2% di Virus. Anche noi ci lanciamo nella sfida dei numeri. Chi vincerà? Continua.
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