Tra le pietre miliari della programmazione della Rai Tv, ha una sua importanza la tv dedicata ai ragazzi. Cavallo di battaglia della tv generalista. Anche nei canali privati. I programmi per i giovanissimi non solo hanno contribuito a costruire l’immagine di tanti conduttori di successo (Carlo Conti è uno di questi), ma sono stati il gancio per inchiodare ai teleschermi molte generazioni di bambini e telespettatori. In questi giorni sta andando in onda su Raiuno lo Zecchino d’Oro, condotto con eleganza dal duo Maya – Conticini.
Un programma “pulito” sotto la responsabilità di Maria Vittoria Fenu, dirigente Rai di lungo corso, che ci fa ricordare il solido management che tanti anni fa era la garanzia di qualità per lasciare “in sicurezza” i nostri figli avanti alla tv. Mi riferisco a Letizia Solustri, Paola De Benedetti, Carmela Lisabettini. Questi nomi oggi non dicono più nulla, ma quando da casa li leggevamo nella storica dicitura “un programma a cura di…” potevamo dare un volto a MAMMA RAI ed eravamo sicuri che i nostri ragazzi erano affidati bene, non avrebbero trovato brutte sorprese al di la del teleschermo.
Questo genere di programmi, che vorremmo vedere più spesso (non solo confinati nei canali tematici) accompagnano il bambino, e il giovane telespettatore in una zona franca, un’isola felice di spensieratezza e di sogno che non andrebbe negata, ma soprattutto non “emarginata” in fondo alla numerazione del telecomando. I programmi per ragazzi dovrebbero rimanere sui tre canali al posto di trasmissioni impressionanti di cronache funeste, anche per lasciare ai nostri figli un filo di speranza nel futuro non negandogli il sapore dell’infanzia e della giovinezza. Il problema degli ascolti non esiste, questa sarebbe la controprogrammazione giusta del servizio pubblico italiano. Poi a casa si sa, i padroni della tv sono i ragazzini. Un cartone animato di una volta recitava: “…popo….popo…potere piccoli!
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