“Così lontani, così vicini” condotto da Al Bano e Paola Perego è un programma d’imitazione, format tipicamente cinese.
IL PROGETTO – Senza alcuna vergogna il direttore Giancarlo Leone ha permesso che andasse in onda un progetto che era la copia esatta di Caramba e C’è Posta per te (considerando solo i format più famosi). La mancanza d’idee di Raiuno è proverbiale, non c’è stato un programma che abbia avuto un minimo di originalità. Basta pensare come @Giankaleone ha risolto la questione di un nuovo format che avrebbe dovuto inserire dopo il tg1 alle 14 e 10: ha scelto, con una folgorazione notturna, esaltata dai suoi fidi collaboratori, di allungare la “Prova del cuoco” con “Dolci dopo il tiggi”. Con il risultato di mettere in crisi Antonella Clerici e la sua Prova del cuoco che spesso è battuta da Forum. “Così lontani così vicini” ci ha proposto ancora una volta situazioni drammatiche di persone che non si vedono da anni e che grazie alla redazione si sono ritrovate per abbracciarsi alla fine. Se fossero state raccolte tutte le lacrime che sono state versate nel programma e qualcuno le avesse essiccate al sole avremmo ottenuto almeno un quintale di sale grosso o grossolano, che venduto avrebbe potuto anche dare un po’ di sostegno al budget. Che aggiungere? Paola Perego sappiamo bene perché lavora, e conduce le prime serate (a proposito: Benigni di Lucio Presta in partenza sul primo binario). Anche se lei nega come si può non pensare che una conduttrice così poco empatica, inconsistente, fredda e che recita male le emozioni, lavori così assiduamente, portando con sé l’insuccesso garantito come a Domenica in? Insomma senza il marito Lucio Presta che sarebbe stato di lei? Albano è buffo quando si emoziona, ricorda quei vecchi attori di teatro che devono prima accendere con fatica il motore, poi tenerlo in folle per riscaldarlo, alla fine produce una quasi lacrima, preziosa come una perla.
LA BRUTTA COPIA – Un programma quindi che non ci ha deluso, perché è stato perfettamente quello che ci aspettavamo: una brutta copia di altri format, con due conduttori senz’anima. Inoltre ci sembra poco opportuno in una televisione che occupa se stessa solo con omicidi e dolori familiari, aggiungere il peso di “Così lontani così vicini” sotto Natale e in contemporanea di Telethon. Ma si sa che non è facile immaginare nuovi progetti non devastanti come “Così lontani così vicini”, quando ci sono gli astri del firmamento che premono. In un momento di crisi economica, il servizio pubblico dovrebbe anche rallegrare i suoi telespettatori con show non dico comici ma almeno gioiosi, ma questo per adesso è impossibile: se si considera la gestione di Raiuno da parte di Giancarlo Leone effettivamente c’è poco da ridere.
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