Roberto Benigni riesce a battere sè stesso. La 2/a puntata dei Dieci Comandamenti è stata seguita su Rai1 da 10 milioni 266 mila spettatori, con il 38.32% di share (la prima aveva raccolto 9,1 milioni e il 33%). E’ il il terzo risultato assoluto del 2014, dopo la partita dell’Italia ai Mondiali del Brasile contro l’Uruguay.
IL COMMENTO – «Quasi dieci milioni di persone – ha detto Benigni emozionato -, una cosa di un grande calore. Vorrei avere l’indirizzo di tutti gli italiani: gli manderei a casa una torta, una rosa, due gerani, 80 euro». Certo che «a parlare di certi argomenti» come la religione succedono cose strane: «stamattina – ha scherzato il comico toscano – c’era uno che si voleva confessare. Gente che mi voleva destinare l’8 per mille…». Il successo del format cade in un momento particolare, «è Natale ma c’è la crisi. Molti rimangono a casa, altri sono ai domiciliari». Giusto una manciata di secondi per l’introduzione «leggera» e si entra nel monologo vero e proprio.
L’INGIUSTIZIA DELLA PENA DI MORTE – «Non uccidere», un comandamento che «fa impressione solo a pronunciarlo». Cominciano i comandamenti che regolano i rapporti tra gli uomini. «Ed eccoli i rapporti tra gli uomini: si uccidono. La proibizione dell’assassinio è stata formulata per la prima volta proprio nella Bibbia». Occhio a trasgredire, perché «se si disobbedisce agli altri comandamenti si può rimediare, se si uccide neanche Dio può perdonare, perché non può perdonare per conto terzi». Il comandamento «cancella la pena di morte, sempre prevista per motivi economici, strategici, politici e religiosi ma mai per giustizia».
GLI ATTI IMPURI E LA CLASS ACTION CONTRO LA CHIESA – Da antologia il commento a «non commettere adulterio»: qui «la chiesa oltre alla numerazione ha cambiato anche il testo: per troppo tempo l’abbiamo letto “Non commettere atti impuri” o “Non fornicare”. Tutto ciò per la castità, quella virtù che i preti si tramandano di padre in figlio. Può essere una grande dote, se praticata con moderazione». Cambiando il comandamento «hanno rovinato generazioni. Pensavamo che Dio s’era fissato su questa cosa ed era lì a controllare noi. Poi scopro che il comandamento se l’era inventato la chiesa. Ma io vi faccio causa! Io e i miei amici di quando avevamo 12 o 13 anni avremmo dovuto fare una class action. La sessualità nella Bibbia, al contrario, è vista come un dono di Dio». In realtà il senso più profondo del comandamento in questione «è proteggere l’amore, non separare l’amore dalla fedeltà».
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