Un ragioniere 50enne che perde tutto, deve reinventarsi e finisce a convivere con tre studenti poco più che ventenni che lo catapultano nel loro mondo di sballo, hipster, hard discount, condividendo turni di spesa, pulizie, problemi e bollette. Il poveretto è “Zio Gianni”, la nuova serie tv scritta anche dai tre giovani, ormai fenomeni del web “The Pills”, Luigi Di Capua, Luca Vecchi e Matteo Corradini, con Luca Ravenna e Matteo Rovere, e diretta da Daniele Grassetti e Sydney Sibilia, in onda dal 22 dicembre su Rai2 alle 21, presentata a Roma. Venticinque puntate da nove minuti e due speciali di Natale, che ricordano un po’ il format di “Una mamma imperfetta”.
ZIO GIANNI – I tre studenti sono Cristel Checca, Luca di Capua e Francesco Russo e lo zio Gianni, detto anche “Gianni lo sfigato” è Paolo Calabresi, che ha raccontato ad askanews: “Ci sono nato dentro zio Gianni, sono un 50enne come lui che non sa se mettere maglietta o camicia, non ss come collocarsi, è giovane e vecchio. Proviamo a stare al passo coi tempi ma lui è obbligato a riciclarsi, perde in una settimana lavoro, moglie e famiglia e si ritroverà a vivere con tre ragazzi giovani disturbati che lui crede di poter controllare ma diventa la loro vittima”. Zio Gianni, per l’attore è un personaggio attuale: “Nella mia generazione siamo tutti così – ha detto – se ci è andata bene abbiamo i soldi di papà, se ci è andata male partiamo da zero, ma non abbiamo la spinta necessaria, e zio Gianni cerca di darsela”.
THE PILLS – I The Pills, ironici e spiazzanti, hanno commentato la loro prima serie per la tv: “Semplicemente ti vedono più persone quindi hai di base più pubblico e più variegato. Devi stare attento alle tematiche e devi fare i conti con la Chiesa”. Ora pensate a un film? “Si, inizieremo le riprese a breve, dovrebbe uscire entro l’anno” hanno risposto. Ma è difficile prenderli sul serio, visto che sul soggetto hanno dato ognuno una risposta diversa, affermando persino: “Non sarà comico”. E Sydney Sybilia, regista di “Smetto quando voglio”, ha aggiunto: Per me è stata un’esperienza, ho dovuto imparare il linguaggio televisivo, ma è un prodotto strano, a metà tra la serie tv e la serie web. Lo abbiamo pensato proprio così”.
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