C’è un signore molto potente in Rai che dal 2009 decide su tutta la programmazione televisiva e radiofonica, si chiama Antonio Marano vice direttore generale per il coordinamento offerta radiotelevisiva, è il manager che ha l’ultima parola sulla decisione di fare o non fare un programma.
L’IMPORTANZA DELLA SUA FIRMA – Senza la sua firma finale nessun progetto, anche d’acquisto, può andare a buon fine. Antonio Marano recentemente uscirebbe coinvolto in un’inchiesta sugli acquisti di film stranieri ed è stato anche intercettato telefonicamente dalla polizia. La notizia è stata riportata alcuni giorni fa dal quotidiano romano Il Tempo e noi ovviamente rimaniamo in attesa di eventuali sviluppi.
LA CONDANNA – Invece possiamo aggiungere di certo che nel novembre 2012 Antonio Marano è stato condannato in primo grado a un anno e mezzo di reclusione, per la falsa testimonianza sulle ragioni della espulsione del giornalista Massimo Fini dalla Rai con relativa soppressione, ancora prima della partenza, del suo programma “Cyrano”. Fini raccontò che lo stesso Marano gli aveva parlato di “gravi interferenze berlusconiane” e rese note le registrazioni, da lui stesso eseguite, e che documentavano le parole di Marano. Antonio Marano è un manager della Rai di lungo corso che sta anche per avvicinarsi ai sessant’anni. Già nel 2002 dopo essere stato sottosegretario in un governo Berlusconi, la Lega lo sostenne nella nomina di direttore di Rai2. In quella gestione il dottor Marano, da sempre sensibile alla cultura e al servizio pubblico, lanciò i reality sulla rete come l’Isola dei famosi e la Talpa. Dopo un periodo trascorso ai diritti sportivi Marano raggiunse l’apice dell’azienda appunto nel 2009 come vicedirettore generale in quota sempre Lega. Attualmente è l’unico superstite come vice direttore generale e con il passar del tempo il suo potere si sarebbe sempre più rafforzato, soprattutto inserendo nelle direzioni persone di sua fiducia come Angelo Teodoli a Rai2 o Pasquale d’Alessandro a Rai5. L’operazione più importante conclusa di recentemente sarebbe stata quella di mettere la sua segretaria nella condizione di poter essere equiparata a dirigente sia come stipendio che come posizione aziendale. Sarebbe stata inventata per lei una nuova casella nell’organigramma approvata dal Cda Rai. Sempre nella logica della “spendingdipiù” in barba all’austerità.
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