Santoro lascia La7 e si rimette sul mercato. Il 18 giugno sarà l’ultima puntata di “Servizio pubblico”, in diretta da Firenze.
“Nei miei cassetti c’è tutto, ci sono tantissime idee – ha detto il conduttore, nell’incontro tenutosi presso la sede dell’Associazione della stampa estera in Italia – noi facciamo cose straordinarie, agli altri lasciamo le cose ordinarie… Non farò più, o almeno per un periodo importante, decine e decine di puntate di uno stesso programma”.
L’ADDIO – Un addio con ironia ma con una punta di amaro anche nei confronti del proprietario de La7: “Urbano Cairo è stato per me uno straordinario esempio di libertà, non ha mai posto nessun tipo di condizionamento, ma ha un’ottica molto razionale e attenta ai conti che bandisce la sfida dai suoi orizzonti. Bisognerebbe metterlo al governo del Paese perché è l’unico che farebbe la spending review in maniera accettabile”.
Santoro pensa di essere ancora il protagonista assoluto della tv italiana. Nelle ultime puntate su La7 invece lo abbiamo trovato meno incisivo nella conduzione, un grande mattatore un po’ appannato. Neanche gli ascolti ci sembrano così eclatanti, anche se su La7.
LA CARTA GILETTI – C’è, secondo noi, invece un personaggio che sta occupando il centro dell'”arena” della tv italiana: Massimo Giletti, il conduttore più criticato da Aldo Grasso, su cui si è tanto ironizzato, ma che è riuscito invece a diventare un protagonista assoluto del talk show televisivo. Con la sua “Arena” di domenica su Raiuno riesce a battere tutti i record di ascolto della rete, anche la “Domenica in” di Pippo Baudo del tempo che fu, un fenomeno che non si può sottovalutare. Massimo Giletti è da sempre un personaggio anomalo nel mondo della tv, scontroso e solitario, grande lavoratore, non ha un agente che lo rappresenti, non ha uno sponsor politico. Non sembrerebbe neppur troppo amato dal direttore di Raiuno Giancarlo Leone. Da solo con la sua squadra di autori è riuscito a porsi con umiltà di fronte al grande pubblico. Ha cavalcato con sincerità la grande onta italiana dello spreco e delle ruberie, si è imposto come il conduttore più credibile. La gente gli vuol bene perché sa che Giletti è un uomo semplice come loro e che combatte la causa giusta della libertà e dell’onestà. Un conduttore “galantuomo” si sarebbe detto cento anni fa (se ci fosse stata la tv). Secondo noi molto più amato del Santoro di oggi, sicuramente meno attuale. Giletti dovrebbe sperimentare nuove formule, cercare il successo meritato in prima serata, o come noi suggeriamo da tempo, costruire nella fascia più importante di Raiuno (che adesso è occupata dal gioco d’azzardo con Affari tuoi) un programma di denuncia che finalmente possa contrastare Striscia la notizia. Perché ognuno può dire quello che vuole di Giletti, ma certamente nessuno può negare che oggi sia il miglior interprete del “servizio pubblico” in Rai.
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