Claudio Angelini, uno dei volti più conosciuti della Rai ci ha lasciato a 72 anni. Tutti i nostri lettori se lo ricorderanno quando commentò in diretta tutti gli avvenimenti dell’11 settembre. Lunghissime maratone sui tg della Rai nelle quali tutti capirono le doti professionali di Angelini, ma soprattutto il suo modo di affrontare con umanità quei momenti terribili.
LA VITA – Ma Angelini non è stato solo questo, un poeta importante, uno scrittore, un commediografo una delle sue ultime opere fu proprio rappresentata a Brodaway. Viveva a New York prima come corrispondente della Rai, poi come presidente dell’istituto di cultura italiano. Un uomo mite, un manager aziendale, fu anche direttore del Gr.
L’ESEMPIO – Oggi potrebbe essere di esempio per molti dirigenti televisivi per la sua forte capacità organizzativa unita a una profonda cultura. Secondo noi non è cambiato il mondo dei media ma il modo con cui viene affrontato. Ormai in Rai, servizio pubblico, dominano sempre più i format, le aziende che li producono, gli agenti delle star, tanto che i dirigenti diventano spesso esecutori di altri. Non sarebbe difficile cambiare, ma sarebbe anche necessario avere persone giuste al comando, non solo ragionieri e tanti geometri della tv. Senza offendere le categorie succitate ovviamente.
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