Raiuno non riesce a trovare un programma proiettato nel futuro e si affida sempre più al passato. Ieri abbiamo assistito al debutto di La posta del cuore con la coppia Frizzi-Dalla Chiesa riunita per esigenze di ascolto (che non c’è stato: 13.99% di share, senza la combattente D’Urso in campo su Canale 5). Fin dalla sigla d’apertura, nello studio arredato anni sessanta, le luci vagamente soft, il giardino sul fondo della vetrata, qualche libro di scena negli scaffali, fiori a volontà nei vasi decorati, ci siamo sentiti in imbarazzo, un ritorno quasi spiacevole alla tv del tempo che fu.
UN VECCHIO FORMAT – Ancora una volta ci è sembrato che il direttore Giancarlo Leone, alla ricerca spasmodica di un programma che tenga il pubblico attaccato alla sua rete, abbia (dopo l’insuccesso de La macchina della verità) riproposto un vecchio format neppure spolverato e rivisto. Secondo noi aver rimesso insieme due fuoriclasse della tv, come Fabrizio Frizzi e Rita dalla Chiesa, su un programmino sgualcito è stato uno spreco incredibile. I due conduttori, in ottima forma, garbati e capaci, si sono spenti lentamente mentre subivano delle storie tristi, una moglie che a trentacinque anni lascia il marito e tre figli per un altro uomo, o una madre che ha un conflitto con la figlia perché lei non accetta la fidanzata del figlio. Il tutto di fronte a due esperte di problemi del cuore, una blogger (la parola è stata ripetuta più volte perché darebbe un tocco multimediale e moderno al programma) e una psicoterapeuta, sulle quali sarebbe meglio stendere uno degli arazzi della Rai di viale Mazzini. Il fascino che per anni le rubriche del cuore sui giornali hanno avuto e continuano ad avere, è perché le storie sono anonime, non c’è il volto di chi chiede aiuto, mentre a La posta del cuore si spiattellano le facce e il racconto delle signore angosciate e addolorate si dilunga nei primi piani. Non manca “qualche lacrima sul viso” che sembra strappata dal programma Storie vere di Eleonora Daniele (finalmente qualcuno che la imita).
NIENTE COLPI DI SCENA – Un altro momento “particolare” è stato l’arrivo del postino della Posta del cuore (un’idea che ha confermato la riconosciuta genialità televisiva di Giankaleone e i suoi autori) che piomba a sorpresa in una casa dove abbaia un bassotto e una signora ha cose importanti da dire e da sapere. Si spalma melassa per tutti i cinquanta minuti di tv, e la banalità, regina assoluta di tanti programmi di Raiuno, assorbe la coppia Frizzi & Dalla Chiesa. Ne escono malconci. Ci saremmo aspettati per loro un rientro in prima serata, non certo questo spazietto pomeridiano a colori, sbiadito, quasi in bianco e nero, da pellicola della cineteca Rai. Eravamo così in attesa di un colpo di scena che speravamo che dalla porta aperta che buttava sul giardino, arrivasse improvvisamente Padre Mariano, il famoso frate che confortava gli animi negli anni sessanta. Invece giungevano solo spifferi di noia. Un’altra occasione persa per Raiuno per tentare non diciamo la tv del futuro, ma almeno quella del presente.
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