Amatissima dal suo pubblico e coccolata dalla Rai, Benedetta Rinaldi non è più una sorpresa, ma una bellissima certezza. Per il quarto anno consecutivo è sugli schermi di Rai Uno per condurre Unomattina Estate, questa volta insieme ad un altro partner, Alessandro Greco, nel secondo segmento. Laureata in Scienze Politiche ha un passato come conduttrice radiofonica. Debutta in Rai come inviata della trasmissione di approfondimento religioso A sua immagine, di cui condurrà anche molte puntate nel 2008. Nel 2007 conduce su Rai Uno il rotocalco dedicato al cinema Off Hollywood. Nel 2009 approda su Rai Tre, dove presenta il talk show di Rai Educational Gap – Generazioni alla prova, prodotto da Gianni Minoli. Conduce da anni, inoltre, “Community” su Rai Italia, il canale Rai per gli italiani all’estero.
Ogni anno, da quando ha iniziato a condurre Unomattina Estate, le cambiano partner, secondo lei è una scelta giusta? Eppure la scorsa stagione, in coppia con Alessio Zucchini, ha ottenuto un grande successo. Perché rischiare?
Le coppie in tv sono un po’ come i matrimoni combinati. Scelgono dall’alto di far “sposare” due professionalità sperando che insieme diano il meglio per il bene del programma. Ho avuto diversi “mariti televisivi” nella mia carriera e non solo ad Unomattina. Con alcuni ho imparato serenamente ad andare avanti, con altri ho cercato di fare una convivenza rispettosa ma non nego di aver sofferto un po’, caratterialmente e professionalmente. Con altri ancora, penso ad Alessio Zucchini (per rispondere alla vostra domanda), il matrimonio è stato perfetto. Ascolti superiori alla stagione invernale, aumento degli introiti pubblicitari, buon riscontro di critica (anche la più feroce), simpatia da parte del pubblico. Se è vero quindi il mio presupposto iniziale, che cioè un matrimonio televisivo è fatto per il bene del programma, la vostra domanda è anche la mia…
Attenzione però! La speranza è l’ultima a morire. Magari la coppia verrà riunita di nuovo in spazi e orari diversi. La butto lì…
Però un precisazione: non vorrei far con questo “ingelosire” Alessandro Greco, mio attuale partner ad Effetto Estate con cui mi trovo benissimo e, vi assicuro, non abbiamo cause di separazione in corso anzi…abbiamo instaurato una coppia aperta. Con Rita Forte!
Rispetto agli esordi della sua carriera, in cui era soprattutto una conduttrice radiofonica, cos’è cambiato?
La radio è una mutazione genetica. Ti entra nel sangue e non ti lascia mai. È il regno indiscusso della parola, dell’immaginazione, della forza evocativa di musica e chiacchiere. Insomma, una tv senza schermo. Passare alla televisione richiede certamente posture e movimenti più accurati rispetto alla radio. Un ordine nell’aspetto e nel vestire che in radio può anche andarsi a fare benedire e, cosa assai interessante, mi ha insegnato tecniche comunicative più raffinate. Chi guarda la tv si distrae enormemente di più. Far ascoltare quello che dici tu e quello che rispondono gli ospiti è molto, molto più arduo. E la sfida diventa così più avvincente!
Il fatto che lei sia in dolce attesa è sicuramente una bellissima notizia. Anche per i suoi fan, che da anni ormai la sostengono. Come riesce a gestire la sua vita privata, soprattutto in un momento così delicato, con un lavoro come il suo?
Quest’anno con Effetto Estate, che inizia alle 10.30, riesco a dormire un po’ di più. È un aiuto enorme nelle mie condizioni. L’impegno sullo schermo di un’ora anziché tre abbondanti come con Unomattina, aiuta ancora di più. Diciamo che riesco al momento a conciliare bene la vita in famiglia e quella professionale. Se tutto andrà bene, ripensando alla mia gravidanza, sarò fiera di me perché non ho mollato nonostante i timori che ogni donna incinta credo abbia…
Che consigli dà, invece, alle future mamme, che spesso si trovano a essere “sfruttate” durante una gravidanza o vengono sbattute fuori dal posto di lavoro?
Odio gli stereotipi ma il fatto di essere incinta, a lavoro e non a casa, è stata una grande conquista per me. Stare in tv vuol essere anche una mia personale testimonianza per tutti coloro che provano a speculare su questo stato femminile.
Quando una lavoratrice rimane incinta si scatena, nei datori di lavoro, un duplice istinto: pensano che non renderà come prima e quindi tenderanno a scartarla, a negarle il lavoro. L’altro istinto, più raro direi, è quello di protezione.
Non è da Paese civile, da Paese che si batte per i diritti di tutti e fa della parità di genere una bandiera, penalizzare una donna solo perché è donna.
Chi ha contratti precari, chi è disoccupata, chi non ha contratti a tempo indeterminato, spesso si trova a scegliere fra fare un figlio e lavorare. Insomma, fra poco, fare figli sembrerà una colpa. Eppure anche i datori di lavoro sono stati partoriti da una mamma.
Chiederei loro: e se avessero cacciato la loro madre dal lavoro a causa della gravidanza? Meditate gente…
Molte sue colleghe hanno lasciato l’Italia per lavorare all’estero (tante sono sbarcate in Albania sul nuovo canale televisivo Agon Channel), lei sarebbe disposta a farlo?
Conduco oramai da anni “Community” su Rai Italia, il canale Rai per gli italiani all’estero. Ci vedono in tutto il mondo e quest’anno siamo stati ospiti su Rai Tre la domenica mattina con un piccolo riassunto del programma. Diciamo che già lavoro per l’estero ma senza andare in trasferta!
A parte la battuta, continuo a credere, nonostante quel che vedo, che prima o poi arriverà il momento in cui l’Italia coccolerà i suoi talenti senza doverli rimpiangere dopo averli fatti scappare. E non solo nel mondo televisivo. Ma in tutti i settori. Spero solo che quel momento arrivi prima che io sia decrepita.
La Rai l’ha accolta come una “figlia”: ha avuto il giusto spazio ed è cresciuta senza essere “spremuta” troppo. Ma come lo vede il suo futuro? Sempre in azienda? Ha già in serbo altri progetti?
Aggiungo: mi ha accolta come una figlia e ora mi accoglie come mamma! Non puoi dimenticare chi ti ha fatto muovere i primi passi. Ma le mamme più brave sono quelle che, dopo averti tenuta per mano, trovano il coraggio di farti spiccare anche il volo.
Aspetto paziente di poter volare, sempre con la Rai. Sperando che l’azienda mi dia fiducia su progetti più continuativi, adatti a me e sempre più graditi al pubblico.
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