Secondo molti osservatori la Rai finalmente dovrebbe essere riformata. Il premier Matteo Renzi ne ha spesso parlato, annunciando al mondo l’avvento di una rivoluzione.
Raiuno dovrebbe diventare un canale solo generalista, Raidue luogo giovane e di innovazione, Raitre rete di cultura e servizio pubblico (se ne parla dagli anni ottanta). I canali digitali che oggi sono troppi e costosissimi dovrebbero essere ridotti, per affrontare contenuti più mirati. Una “rivoluzione” che potrà essere attuata solo cambiando con decisione i responsabili editoriali.
NUOVE PEDINE – In queste ore si annuncia un accordo tra Berlusconi e Renzi per mettere alla Presidenza Luisa Todini e come amministratore delegato potrebbe essere nominato Vincenzo Novari (compagno della conduttrice televisiva Ferolla di Linea Verde su Raiuno e sembrerebbe anche super sostenuto dal potentissimo Lucio Presta). Lo stile è quello solito della politica. Insomma ancora una volta si annunciano i nomi importanti, da una parte Todini (ex consiglio amministrazione Rai) che comunque ne sa di televisione, ma che in quel ruolo potrebbe sempre fare la fine dell’attuale presidente Tarantola (se ci sei batti un colpo), dall’altra un Novari che come Gubitosi è un amministratore d’azienda, uno che vive di calcoli e risparmi. Per cambiare la Rai dovremo invece sapere, e lì si giocherà il futuro dell’azienda, chi saranno i nomi dei vari responsabili dei settori editoriali.
OSTACOLI DA ABBATTERE – Oggi ci sembrerebbe impossibile che il trio dei floppers Leone-Teodoli-Vianello possa essere riconfermato. Nel caso indicherebbe che non si vuole andare avanti, che sussistono le logiche di sempre, che la Rai si schianterà sul mercato. E dovremo ancora immaginare che Monica Maggioni sia la più adeguata manager a gestire una fetta importante delle news della Rai, dopo l’insuccesso clamoroso di Rainews24? O un canale importante come Rai5 (che non solo non è riuscito a competere con Sky Arte, ma non è mai decollato impregnato com’è in un palinsesto marmellata) dovrebbe avere la conferma del direttore Pasquale D’Alessandro che in un anno a Raidue aveva già mostrato il meglio di sé? E il mago Antonio Marano sarà ancora il vicedirettore generale di tutto ciò che va in onda in Rai? Tra l’altro questi sono signori ormai vicini alla pensione e forse il ringiovanimento è un obbligo per cambiare la tv.
Sono solo piccoli esempi di un mondo che deve essere totalmente sostituito e se ciò non accadrà al più presto la Rai rimarrà l’azienda di sempre, ancorata agli anni ottanta, un pachiderma abituato ai lussi e agli sprechi. Non per niente grazie al fatto che la Rai ha emesso dei bond, i manager potranno superare alla grande il tetto dei 250mila euro di stipendio lordo annuo. E molti dei signori poco fa citati ritorneranno a percepire tra i 300mila euro e i 500mila euro.
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