Parallelo Italia, il talk politico su Raitre è passato dal 5,3% di share della prima puntata con un milione d’ascolto (già basso di suo) a 3,69% di share nella seconda con 678mila spettatori. Una performance niente male della nuova coppia dei floppers della tv: Riotta & Vianello.
LA BOTTIGLIETTA – Pensare che è accaduto di tutto durante la trasmissione: la messa in onda si è aperta con il tentativo di irruzione sul palco, allestito in Piazza Municipio a Napoli, da parte di una persona, bloccato subito dalle forze dell’ordine. Poi il programma è continuato tra cori di proteste dei disoccupati che si sbracciavano sotto il palco, sul finale, c’è stata la ciliegina dell’esibizione interrotta di Malika Ayane, che ha abbandonato la scena dopo che una bottiglietta era stata lanciata da uno dei manifestanti. Un’atmosfera surreale in cui Gianni Riotta è sbottato: “Non siete riusciti a difendere i miei ospiti! Sono stati presi a bottigliate!”. Insomma la curva dell’Auditel non ha registrato nulla di quello che stava accadendo a Napoli, anzi è sceso ulteriormente. Che si può aggiungere? Il programma costa duecentomila euro a puntata, una sproporzione, basta fare un solo paragone per capire di cosa stiamo parlando: “Dalla vostra parte” di Paolo Del Debbio costa circa 5mila euro a puntata! Molti giornali hanno attaccato l’ex direttore del Tg1. Noi invece riteniamo da tempo che il direttore di Raitre Andrea Vianello sia a tutti gli effetti il vero, unico responsabile.
LE DISFATTE – Tra le tante costosissime disfatte, spicca Masterpiece, improbabile programma sui libri, che costò, anche quello, duecentomila euro a puntata e tragicamente fu scolpito per sempre nella valle dei flop della rete. E come non ricordare la partenza forzata di Licia Colò sostituita da tal Raznovich che ha perso gran parte del gruzzolo d’ascolto di Kilimangiaro? Ect…Ect…In questo caso che cosa potremmo fare noi poveri telespettatori (investitori del servizio pubblico, avendo pagato l’abbonamento) per impedire che questo sperpero di denaro continui? Non possiamo contare certo sul Cda della Rai, o sul direttore generale che volle Vianello al comando di Raitre. Che cosa possiamo suggerire? Solo un atto di consapevolezza da parte del suddetto direttore, ovvero che Andrea Vianello spinto da senso civico e di rispetto per il ruolo di servizio pubblico che ricopre, invii una lettera di dimissioni e rinunci all’incarico. Perché state ridendo? Lo sappiamo che in Italia non si dimette mai nessuno, ma la nostra ingenua fiducia nell’uomo ci spinge al di là del pensiero comune. Lasciateci sognare. Sarà difficile cambiare l’Italia, ma almeno la Rai…
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