Rai, Teche online: il vero servizio pubblico. Materiale storico a portata di clic

Pezzi di gloriosa tv sono riemersi in pillole con Blog e Techetechetè, che hanno riportato nelle case degli italiani volti, note e pettinature ormai condannati all’oblio

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(Tutti hanno un segreto. Perdonatemi se uso questo strumento pubblico, ma oggi vi devo svelare il mio.)

Sono un’inguaribile, irrimediabile, insopprimibile passatista.

D’accordo, non è un segreto, è una conferma; si era capito da quei continui rimandi alla tv in bianco e nero, al buongusto, a certi frequenti amarcord. E vi capisco, se non ve ne frega niente. Ebbene, la rivelazione è che in realtà non ho cento anni, quindi la mia nostalgia è la peggiore, quella delle cose mai vissute. La televisione di mia zia, gigantesca, in una “elegante” scatola color mogano, che troneggiava nel lucidissimo salotto anni ‘70 è stata la pietra dello scandalo. Ben più di un elettrodomestico, ha assicurato a me, bambina malaticcia e secchiona una compagnia costante, forse inadatta all’età, ma senz’altro molto stimolante.

Neanche dopo, quando le tv private hanno consentito a noi fanciulli dell’epoca di fare il pieno di cartoni giapponesi – la mitica Quinta rete, progenitrice di Italia Uno, con una Marta Flavi agli esordi – ho ceduto. Sono sempre stata fedele alla Rai, ai film degli anni ’30 con Mirna Loy e Baden Powell il sabato dopo pranzo e Fred Astaire e le Simpatiche Canaglie. Per forza che poi mi  piace l’art déco. All’epoca di vecchio si vedevano soprattutto i film; col passare del tempo però molti pezzi di gloriosa tv sono riemersi in pillole… un po’ aveva provveduto Blog.

Nelle ultime estati il plauso va a Techetechetè, che attingendo alla sterminata memoria storica della (ex) Tv di Stato ha riportato nelle case degli italiani, giusto prima di cena, volti, note e pettinature ormai condannati all’oblio. Canzoncine d’epoca, il maestro Lombardi, StudioUno insomma quella costellazione di voci e immagini che hanno fatto l’Italia ben più di Cavour e Garibaldi. In un mondo iperveloce e con un’attenzione frammentata, è bello ripensare o anche solo immaginare “com’era” ai tempi della lentezza. Sempre a fare di questi discorsi, poi un caro amico mi butta là: ma le hai mai consultate le teche Rai? Gli ho risposto che se entrassi a Viale Mazzini o a Saxa Rubra resterei fulminata.

Ma no, dicevo online. Online?? Momenti muoio.  Scoprire che c’è tantissimo materiale storico Rai (http://www.teche.rai.it) a disposizione in rete è stato veramente eccitante, come entrare in un negozio di Chanel di notte o spiare il cellulare del fidanzato. No, meglio, meno rischioso e molto più appagante. Intanto il sito ti accoglie con una tristissima e meravigliosa schermata in bianco e nero. Poi una divisione dei contenuti di facile comprensione, una lista dei personaggi che inizia con Abbe Lane e finisce con Zlatan Ibrahimovic e Zucchero. 75 milioni di documenti indicizzati che riguardano tv, radio, fotografie, copioni… una droga per ogni topo di videoteca che si rispetti . E un ausilio utilissimo per studenti e studiosi non solo di tv in quanto medium ma anche di teatro, letteratura, storia.

Io mi sono divertita a rivedere Alfred Hitchcock e la sua inconfondibile sagoma, già antica quando l’ho vista per la prima volta. Capisco anche che Montale che legge “Meriggiare pallido e assorto” non sia un cult quanto Totò che recita la livella…e che Alberto Burri non attiri quanto Alberto Sordi. Comunque vi invito a cercare nell’archivio qualcosa che riguardi il vostro personaggio del cuore. Dite che c’è sempre Youtube? A parte che non è detto che vi si trovino tutte le chicche disponibili qui, vuoi mettere con “teche Rai”? Solo a dirlo già sento un profumo di polvere, di casalingo e rassicurante… Sarei curiosa di sapere quale sarà la prima ricerca che farete, questa è la mia: http://www.teche.rai.it/2013/07/franca-valeri-in-sabato-sera-del-1967/

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