Rai, l’Auditel premia solo Carlo Conti. Fiction e reality non decollano

Settimana dopo settimana si ripete in tv la solita storia senza mai un brivido. Aspettiamo un cambiamento

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L’Auditel è tornato, ma niente è cambiato sul piccolo schermo. In effetti la pretesa era un po’ esagerata, visto che negli ultimi cinque anni nonostante rilevamenti e studi sociologici non si è visto nulla di veramente innovativo.

CHI VINCE – I numeri li fa solo Carlo Conti, che anche ieri sera – con l’NBA delle imitazioni, ovvero campioni delle passate edizioni nuovamente in gioco – ha totalizzato oltre il 23% degli ascolti. Formula invariata, giuria statica nonostante la presenza di Francesco Facchinetti, personaggi da imitare che si ripetono, eppure il programma regge. Per la sua ottima confezione, perché comunque con le canzoni ci passano i pensieri e soprattutto perché non c’è gara: dall’altra parte non ci sono palinsesti aggressivi e il venerdì scivola via sereno e senza sorprese.

Squadra Antimafia mercoledì batte Jane Eyre su RaiUno e ce lo potevamo anche aspettare. Questa settimana l’unico friccico c’è stato due sere fa, quando il GF14 di Mediaset fronteggiava “È arrivata la felicità” su RaiUno. Non che ci siano state forti emozioni, nonostante la ricomparsa al GF di Rocco Siffredi, che ormai però è una presenza costante in ogni tipo di trasmissione; persa la sua carica trasgressiva, più che altro è una macchietta con battute da avanspettacolo. Ma non mi stupirei di vederlo presto come ospite fisso in qualche programma istituzionale. Già vedo i titoli: “Rocco Siffredi come Mara Venier”.

REALITY CONTRO FICTION – Tornando al Grande Fratello, se ragioniamo in termini di share stavolta ha stracciato RaiUno, con picchi del 18,14%; ma come numeri è la fiction che supera il reality e arriva a oltre quattro milioni di spettatori. È evidente che c’è un problema. Da una parte un formato di reality che, vuoi perché è stato il primo, vuoi perché è stato rimaneggiato ormai in tutti i modi possibili, ha veramente fatto il suo tempo. E non bastano temi gender, porno, conduttrice sempre più sexy a risollevarne le sorti. Dall’altra il prodotto principe della Rai, la fiction home made, che però stavolta non buca. Ambientazioni troppo medio borghesi? Storia fiacca? A me sembra piuttosto che il pubblico di RaiUno, soprattutto per l’età voglia essere rassicurato.

La Prof della Pivetti, Don Matteo o Montalbano sono ormai dei parenti. Con la differenza che non fanno improvvisate, si sa quando arrivano e soprattutto non vanno invitati a cena. Insomma, noia mortale di sera. Non parliamo della fascia mattutina, dove si consolidano le posizioni – la Daniele con Storie Vere stacca I conti fatti della Isoardi mediamente di 7 punti di share – ma nulla cambia nella sostanza: ascolti in calo. La tv ridotta a elettrodomestico come frigorifero e lavatrice. Solito scenario al pomeriggio, dove nonostante la tenuta de La Vita in Diretta a ben vedere a fare i numeri sono soltanto i giochi del preserale. Insomma, settimana dopo settimana, si ripete la solita storia senza mai un brivido. Noi però abbiamo tempo e aspettiamo con fiducia un cambiamento, che si chiami Campo Dall’Orto o con un altro nome. Sperando che non sia come aspettare Godot.

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