Rai, Mafia, tv e ascolti: il successo di Sotto Copertura

La storia della cattura del boss dei casalesi fa il 21,75% di share

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Oggi è 3 novembre e il mio primo pensiero sarebbe rivolgere i migliori e invidiosissimi auguri di buon compleanno a Cristina Parodi: la First Lady di Bergamo compie oggi 51 anni in bellezza, è il caso di dirlo. E anche professionalmente, non fa una… ruga, visto che la sua versione bon ton de La Vita in Diretta le assicura il primato pomeridiano versus il trash della D’Urso. Ma non possiamo soffermarci su temi donneschi come la bellezza, lo chic, l’importanza di chiamarsi Gori da sposata. Il martedì tema in classe, titolo: la fiction.

FICTION UNICA SALVEZZA – Bandite le parole informazione e servizio, la tv italiana ci offre oggi infiniti esempi di “infotainment”, filiazione frivola del vecchio talk show, che oggi raccoglie soltanto le briciole dei fasti passati. I padri nobili del genere, Maurizio Costanzo in primis, ormai hanno le armi spuntate in confronto ai talent show, a sedicenti artisti e cantanti di ogni risma che attirano l’attenzione sempre e comunque. Ma il prodotto di punta della tv italiana – perché di prodotti bisogna parlare, certamente non di opere creative – sono le fiction. Dagli sceneggiati di Sandro Bolchi sembrano passati millenni e ormai non si fanno più trasposizioni dei grandi classici: gli italiani o li hanno già letti o non sono affatto interessati alla letteratura, neanche recitata. Oggi ci vuole la storia realistica, appassionante, impegnata ma non troppo. E nel nostro paese, come in tutto il mondo, per fare questo che cosa c’è di meglio della mafia? Dentro ci mettiamo tutto: sangue, sesso, soldi, dramma, analisi psicanalitiche, la lotta tra il bene e il male, tutto. Da Francis Ford Coppola in poi – il regista del Padrino che ci ha fatto sopportare anche una trasmissione di Fazio, pur di sentire la sua voce – la storia di mafia è la storia, un classico come la tragedia greca per quelli che hanno studiato.

MAFIA IN ONDA – Poi uno dice mafia, ‘ndrangheta o camorra il concetto è lo stesso. Anche se grazie a Roberto Saviano e alla produzione cinematografica e televisiva su Gomorra, è la camorra nel crimine organizzato quella più glamour. Le espressioni dei protagonisti sono ormai tormentone – ‘sta senz’ penzier – e l’interesse sul tema rimane alto. Ecco allora che i palinsesti si affollano di storie di mafia: ieri sera 2 novembre, “Sotto copertura” su RaiUno e “Squadra Antimafia” su Canale5 monopolizzavano l’attenzione degli spettatori. Attesa breve, fino a stasera, per i seguaci dell’una, fino all’11 novembre per i fedeli di Marco Bocci. Stavolta si sono scaldati anche i social: attorno al racconto della storia (vera) della cattura del boss dei casalesi Antonio Iovine – interpretato da Guido Caprino, arrestato dal commissario Claudio Gioè – si è mossa la Rete soprattutto Twitter che invita a lottare contro la criminalità organizzata a viso aperto, magari solo con un selfie: #metticilafaccia. Ma anche per il pubblico più tradizionale, il successo della fiction è stato travolgente: 21,75% di share con quasi sei milioni di spettatori contro il 13,55% di “Squadra Antimafia”. Ancora una volta le sorti di RaiUno si risollevano grazie al buon lavoro di RaiFiction e della LuxVide dei Bernabei. Ieri sera però anche RaiDue ha avuto una buona performance, con l’ultima puntata di Pechino Express che ha superato il 10%. Insomma, oggi a Viale Mazzini si brinda, e considerando che “I misteri di Laura” su Canale5 martedì scorso non ha avuto grande audience, siamo certi che si brinderà anche domani.

 

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