Rai Uno, Sotto Copertura: la vera storia di Antonio Iovine detto O’ ninno

Dall'attività criminale alla latitanza, dall'arresto al pentimento. L'avvocato del boss muove alcune critiche alla fiction

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Ancora una volta la fiction e Rai Uno si dimostrano un sodalizio forte, anche quando contro si ritrovano un’altra miniserie su Canale 5 di grande successo. Ma dati Auditel alla mano, Sotto Copertura – due puntate sulla storia dell’arresto del boss Antonio Iovine – hanno stracciato Squadra Antimafia, che giunta alla settima stagione si difende comunque ancora bene: 21,75% di share con quasi sei milioni di spettatori contro il 13,55%.

MA CHI È VERAMENTE IL BOSS? – Anche se la storia dell’arresto di Iovine è piuttosto recente, in molti si domandano chi è questo boss e quanto di vero c’è nella fiction. L’avvocato di Iovine si è mosso in anticipo parlando di una serie che non riporta alcune cose importanti della storia del criminale italiano e invece pone troppo l’accento su fatti non veri. Parliamo sempre di una fiction comunque, che prende spunto dalla realtà ma in parte – come dichiarato dagli stessi produttori – ricama e colora altre faccende.

Antoantonio-iovinenio Iovine è nato nel 1964 a San Cipriano d’Aversa, e insieme a Michele Zagaria e Francesco Schiavone è stato tra i principali boss del Clan dei Casalesi. Iovine dopo il suo arresto è diventato un collaboratore di giustizia, ha cambiato vita e vive sotto protezione, ma questo come sottolinea il suo avvocato in un’intervista a Il Fatto Quotidiano è stato omesso, ma è pur vero che la fiction si ferma al suo arresto e non a quello che viene dopo. Magari questa sera potrebbe passare una scritta però a dire com’è ora la situazione.

LA STORIA – Iovine fu soprannominato O’ ninno (il bambino) perchè cominciò presto la sua carriera criminale e fu arrestato in giovane età. La sua è una famiglia camorristica: il fratello Carmine è stato ucciso nel ’94, la sorella Anna è stata arrestata per estorsione. Secondo gli inquirenti aveva diversi e importanti affari illegali, e implicato in alcuni omicidi, ricercato dal ’96 era ritenuto uno dei 30 latitanti più pericolosi in Italia. Arrestato nel 2010 a Casal di Principe (si nascondeva nell’intercapedine di una casa di un suo fiancheggiatore), si parla di un suo pentimento solo nel 2014. In precedenza (nel 2008) era stato condannato all’ergastolo nel processo alla camorra chiamato “Spartacus”.

LA DIFESA – Il suo avvocato sempre nell’intervista al Fatto Quotidiano sottolinea che nella fiction solo il nome del suo assistito non è stato cambiato mentre gli altri sì, e che ci si poteva attenere allora di più ai fatti reali. Inventata pienamente – secondo l’avvocato – anche la scena della cena romantica con la vivandiera.

 

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