Rai 2, Monte Bianco: la vera sfida è vederlo fino alla fine

Polemiche e tanta noia: il nuovo adventure game non decolla nonostante la scia di Pechino Express

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Caterina Balivo
Rai, Caterina Balivo

Mare o montagna? L’eterno dilemma come quello tra il bene e il male, l’essere e il non essere, la carne o il pesce ha sempre prodotto un unico vincitore: il mare. Sì, la montagna è bella, ha i panorami mozzafiato, è natura, è fatica, ed è forse per questo che non viene mai scelta. Il mare è vita, ritorno al grembo materno, relax, diciamo che non c’è sfida ma dovremo aspettare ancora un po’ per vedere un programma televisivo con in sottofondo Mina che canta “acqua e sale” mentre si urla ad un concorrente “Cazzi la gomena”.

IL NUOVO ADVENTURE GAME – Pechino express ha avuto un buon risultato, anzi ottimo quindi quale momento migliore per proporre un nuovo “adventure show”? E allora ecco a voi Monte Bianco – sfida verticale, dove un gruppo di personaggi, che il telespettatore medio fatica a riconoscere e che citiamo qui di seguito: Arisa, Enzo Salvi, Jane Alexander, Filippo Facci, Gianluca Zambrotta, ai quali aggiungiamo gli estremamente sconosciuti Dayane Mello e Stefano Maniscalco, in coppia con altrettante guide alpine di comprovato curriculum, si sfidano per arrivare in cima al monte più alto d’Europa.

LE POLEMICHE – Il programma è stato funestato dalle polemiche durante le riprese avvenute questa estate: il Club Alpino Italiano ha tuonato contro il pericolo di una banalizzazione dell’alpinismo, di una perdita di rispetto nei confronti della montagna. Persino Messner ha smesso di bere dalla bottiglia d’acqua dello spot anni ’90 per dire la sua sul programma: “altissima, purissima, tristissima”… sembra quasi di sentirlo mentre prova ad avvertirci. Di lui ci saremmo dovuti fidare, ha visto persino lo Yeti, ma niente si è potuto di fronte alla granitica intenzione della Rai di realizzare il programma insieme alla Regione Valle d’Aosta.

LE SFIDE – Una volta che c’è chi produce, si saranno detti, perché fermarsi? E poi c’è lei, la regina del pomeriggio, Caterina Balivo, campana verace che fa della dizione imperfetta il suo punto di forza, a garantire che non sia un programma troppo freddo, per montanari insomma. Ci penserà lei a portare il sole “do Vesuvio” sulle vette delle “Pyramides Calcaires”. Ci mettiamo una prova vertigine, una prova classifica, un duello verticale, i premi, le penalità e, crepi l’avarizia, pure un’eliminazione a puntata. E poi tutti spereranno che Filippo Facci faccia un capitombolo nel dirupo. Niente di grave, per carità, ma lo abbiamo preso perché antipatico anche ai parenti più stretti quindi, se la sorte ci aiuta…

E poi c’è Arisa, che lei è così simpatica con quelle frasi naif che non capisci mai se ci è o ci fa e poi la simpatia di Enzo Salvi… pensa che divertente quando in cima alla vetta dirà una battuta con un vago doppio senso sulla grappa Bocchino per ricordare il grande Mike e poco importa se quello era il Monte Cervino. Enzo Salvi ci farà scoprire il suo inedito lato umano e ci farà sicuramente ridere. Ah! E mi raccomando: musiche belle, imponenti, prendetele in prestito da qualche colonna sonora di Hans Zimmer… ecco, si prendete quella dell’ultimo Superman… l’uomo d’acciaio ci sta benissimo. Quasi dimenticavo: nelle penalità metteteci qualcosa che fa promozione alla regione che questi già stanno a rompere che la montagna non è solo roccia ma anche gastronomia, metteteci du’ caciotte e ‘na salamella de camoscio, cose così insomma. I fatti, forse, non sono andati proprio in questo modo ma non siamo così lontani, ne siamo certi.

CHE NOIA – Il risultato? L’unica cosa spettacolare è stata la noia. La conduzione della Balivo forzata, appiccicata come il nastro adesivo quando lo metti male. Il solco di Pechino che doveva essere d’aiuto si rivelerà un impietoso termine di paragone: senza l’ironia e la personalità di un Costantino della Gherardesca e delle sue battute sagaci, la conduzione della Balivo, affiancata dall’alpinista Simone Moro per gli aspetti tecnici e per dare un tocco di “tutorial alpino”, risulta spaesata. Prova a far battute ma si vede che non è nel suo ambiente naturale e protetto dello studio dove tutto dirige e tutto controlla: non può parlare con il regista, gigioneggiare con i tutor, non può fare la Balivo, insomma e il rischio è che tutto si sciolga come neve al sole accecante dello share.

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