Nel panorama del giornalismo tv, lei svetta: per imponenza fisica, per lo stile asciutto, per la indiscussa competenza in materia di economia e anche di politica. Sto parlando di Myrta Merlino, che con la sua trasmissione “L’aria che tira” porta a La7 una fetta di pubblico mattutino. Dicevo, svetta. Fisicamente, per cominciare: l’ho incrociata qualche volta nel centro di Roma e anche con le scarpe da ginnastica mi sovrasta: alta, solida e sicura. Sembra un’americana, invece è di Napoli. Sempre ben pettinata e accuratamente abbigliata, è sicura nell’immagine, che trasmette immediatamente anche sul piano visivo l’idea del suo stile professionale: fermo, senza essere arrogante e privo di fronzoli. A dire il vero La7 annovera un valido carnet di giornaliste di sicura levatura professionale e di gradevole aspetto.
GRUBER – Prima fra tutte la mitica Lilli Gruber: icona di epoca craxiana, col suo rosso aggressivo e la posa in tre quarti, è stata un’innovatrice del linguaggio televisivo e una delle prime anchor women ad attirare l’attenzione su quello che all’epoca si chiamava “look”. La sua determinazione e la personalità ci hanno distratto dalla indubbia vanità; dopo le esperienze in politica all’europarlamento, forte anche della sua doppia identità austro-italica, ha fatto scuola. E continua ad avere un seguito anche con “Otto e mezzo”, in onda dal 2001, che dal 2009 la vede al timone pressoché senza interruzione. Un po’ troppo tirata negli zigomi e nella conduzione, a volerla dire tutta, ma sempre autorevole e non condiscendente, senza mai coi suoi ospiti quel fare buonista “à la Fazio” francamente insopportabile.
PANELLA – Altra figura interessante è Tiziana Panella, che di recente ci ha invitato sul suo “Tagadà”. Più aggressiva e apertamente piaciona, ci sembra esprimere in maniera evidente le sue origini partenopee. Competente e sicura nella dialettica, ci pare giochi un po’ troppo a fare la femminona ammiccante. Sarà questa allure troppo mediterranea a penalizzarla negli ascolti? In onda con “Tagadà” dal 26 ottobre, la conduttrice che funzionava col “Coffee break” del mattino non rende al caffè dopo pranzo. Non basta poco più dello 1% per restare in onda, che decisioni si prenderanno in Cairo Communication?
SARDONI – E non possiamo dimenticare la ormai mitica Alessandra Sardoni, assurta alla gloria degli schermi come maratoneta di Mentana. Da anni al Tg7, ha dimostrato una resistenza encomiabile al freddo, al gelo e alle banalità degli intervistati in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica. A parte le battute di Chicco la Peste e la imitazione di Crozza – non molto gradita – la Sardoni vanta un rispettabilissimo curriculum, non solo a La7 con Omnibus, In Onda e Otto e Mezzo versione estiva, ma anche come unica donna mai stata presidente dei cronisti parlamentari e giornalista insignita quest’anno del prestigioso Premiolino. Insomma Cairo e i suoi non si fanno mancare la professionalità, anzi annoverano “signore professioniste” ma poi le penalizzano con il palinsesto…
MERLINO – Comunque il mio cuore batte più forte per Myrta Merlino, che ha quell’allure da americana che ritengo il massimo per i giornalisti tv. Anche se non manca di spirito e anche di…cuore. Detesto l’uso del termine e lo riserverei ad argomenti medico-sanitari; e aborro l’abbinamento forzoso col genere femminile, come se ad avere sentimenti ci fossero solo le donne e qualche gay. Ma qui ci sta. Già autrice di “Moneta” e “Gli affari nostri” con la pubblicazione del libro “Madri“, uscito il 12 novembre, la Merlino ci spiazza, affrontando il tema con i casi più vari ed estremi, dalla donna incinta che adotta allo stesso tempo un bimbo malato, alla Bonino che pur rifiutando la maternità ha avuto delle bambine in affido, al recente caso di Martina Levato che ha sfigurato con l’acido il suo ex e cui è stata tolta la figli appena nata. “La forza delle mamme potrebbe covare l’anticorpo a tanta spazzatura sociale” dice la giornalista in un’intervista.
Speriamo. Intanto in bocca al lupo, sempre, per la carriera televisiva, che più ci interessa, e che sia d’esempio a tanti giovani colleghe che non sempre all’ambizione abbinano la stessa solida preparazione di questa bionda di ferro.
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