Favoletta del pomeriggio di Raiuno: c’era una volta un fiore all’occhiello

Fiori che appassiscono sotto le cure poco accorte di qualche giardiniere

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C’era una volta un fiore all’occhiello: bello, sgargiante, profumato. Un fiore che è sempre stato il più bello di tutto il pomeriggio, il più ammirato, annusato, imitato. Per anni gli hanno detto le peggiori cose: che era un fiore trash, che si dedicava solo a cose troppo frivole o troppo morbose, che era lo specchio di un’Italia gretta e un po’ ignorante ma quel fiore non ha mai mollato e negli anni ha vinto sempre la competizione con gli altri fiori.

Ad un certo punto ha rischiato di appassire sotto le cure poco accorte di chi voleva a tutti i costi distinguersi dal giardiniere che l’aveva curato prima, ma anche quei tempi cupi erano passati e quel fiore era tornato ad essere il più profumato di tutti. Certo, non era un “segreto” che la Spagna gli dava qualche problema e che le vicende di “Puente Viejio” erano risultate più appassionanti di quanto si aspettassero tutti regalando al fiore avversario un vantaggio non da poco.

Ma quando i due fiori venivano messi l’uno vicino all’altro non c’era paragone che tenesse, non c’era Isidro, Anibal, Aurora, Don Pablo che potessero correre avanti, alle 17.30 lo svantaggio era già bello che recuperato e il sorpasso assicurato. Il giusto mix di temi popolari, la cronaca, sia essa rosa che nera e il semplice mostrare la vita nel suo divenire, “in diretta” e con un linguaggio accessibile erano l’arma vincente per essere sempre i primi. Insomma, era un fiore all’occhiello ed era molto fiero della sua giacca: era la giacca numero 1 dell’armadio e andava rispettata e lui lo faceva dando sempre il massimo, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione.

Nonostante ciò però quel fiore continuava a non aver vita facile e ad esser bistrattato. Ogni anno, ad esempio gli piazzavano accanto per una settimana uno strano fiore che non c’entrava nulla su quella giacca, un fiore dal nome strano: “Lo zecchino d’oro”, che sarebbe stato meglio su una giacca a tema, e dire che c’era una giacca apposita nell’armadio. “Una settimana passa presto” si era detto il fiore tra sé e sé ma quell’anno gli avevano riservato un’altra sorpresa: “Sanremo giovani” che pure stonava con la sua bella giacca tant’è che non trovava molti consensi.

Il fiore di questa nostra storia ci aveva fatto l’abitudine ad essere considerato un po’ una Cenerentola tra i fiori ma non poteva fare a meno di chiedersi cosa passasse nella testa di chi disponesse le cose in quel modo così bizzarro, passando da un fiore per bambini a uno per ragazzi quando quella su cui poggiava orgoglioso era una giacca per adulti. Sembrava quasi come se qualcuno gli stesse facendo un dispetto. Il pensiero andò subito a “Dente di Leone” un fiore importante, un alto papavero a voler fare una battuta, che non lo aveva mai visto di buon occhio: era lui che lo aveva messo tra le mani di quello strano giardiniere che voleva cambiare tutto e che gli aveva fatto passare quella terribile stagione con la regina dei ghiacci, la Perego.

Ma il fiore all’occhiello era un buono ed allontanò subito quel pensiero: “Ma nooo” si disse “Dente di Leone ha altri pensieri per la testa in questo periodo, chissà in che vaso lo metteranno, mica sta a pensare proprio a me, questo è un inverno freddo e pieno di vento… un vento che viene dal “Campo” del nord-est… starà cercando una serra dove mettersi al riparo”. E con questo pensiero si addormentò.

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