La televisione è ipocrita, la Rai è ipocrita: pensa di mondare la colpa di realizzare programmi mediocri concedendo una volta l’anno o poco più un prodotto di grande qualità, un prodotto “culturale”. Quanto piace alla televisione italiana pronunciare la parola “CULTURA”, ci si riempie la bocca. Conferenze stampa e proclami, per l’evento: “annunciazione, annunciazione”, per una volta sola, si badi bene, per una volta sola, stasera in tv non vedrete un terribile programma con dei piccoli talenti che cantano canzoni scimmiottando gli adulti, non vedrete persone che si reincontrano dopo anni sotto gli occhi gelidi e annoiati della conduttrice. Eh no! Stasera avrete un premio Nobel e un’attrice di talento che ci accompagneranno in una di quelle serate indimenticabili, una di quelle serate che “fa figo” dire di aver visto: “Callas”. Dario Fo e Paola Cortellesi ci regaleranno un viaggio emozionante, uno spettacolo teatrale che ci racconta la vita della straordinaria soprano. Il risultato: terribile. 7,80% con un milione e 822 mila. E poco importa che sia stato prudentemente messo al di fuori del cosiddetto “periodo di garanzia”, il messaggio è chiaro. Il pubblico di Raiuno della prima serata, per giunta quella del venerdì è più incline alle avventure di un Montalbano, giovane o vecchio che sia, ma di uno spettacolo teatrale tutto parlato, volutamente scarno nella messa in scena, un spettacolo basato interamente sulla parola non ne vuole sapere. E come dargli torto? Non sono abituati, o meglio, sono talmente abituati ad una brutta televisione che quando gli viene offerto un prodotto diverso, non predigerito e semplificato ad un livello quasi imbarazzante, fanno fatica a seguirlo e lo rifiutano.
GIANCARLO LEONE E L’EVENTO CULTURALE UNA TANTUM – La questione è proprio questa: sulla stessa rete che si appresta a varare un prodotto come “Il paradiso delle signore” una fiction sulla “golden age” italica (gli anni 50) ambientata in un grande magazzino, tra tailleur e prove tecniche di femminismo, prodotto in “atmosfera controllata”, senza l’ombra di un conflitto vero che sia uno, perché proporre un programma di e con Dario Fo? (tralasciamo Paola Cortellesi la cui bravura è pari solo alla leziosità e all’ansia con la quale le preme farci sapere che è brava). Sembra che chi prende le decisioni non si renda conto dell’ambiente che ha creato e qui torniamo al nostro direttore preferito, il “Giankaleone” re della foresta, Leone di gran casta. Felice come una Pasqua per aver appuntato sul bavero della giacca il gagliardetto della buona tv si diverte a sottoporre ai suoi 52 mila follower il seguente sondaggio: “L’evento culturale dovrebbe trovare ulteriori spazi in prime time su Raiuno?”. Caro Leone, se la programmazione della rete ammiraglia fa acqua da tutte le parti, da mane a sera, e il livello, come diceva il buon Riccardo Pazzaglia, è basso, non si stupisca se le hanno risposto in 200, in proporzione sono gli stessi che hanno seguito Raiuno venerdì sera. Si alzi il livello della qualità e non si punti solo ad una Tv dell’evento “una tantum”. Perché chi semina vento alla lunga raccoglie Me..naggino (un vento montino violento che proviene dalla Val Menaggio e che porta temporali. Ndr)
[form_mailup5q lista=”maledetta tv”]