Torna giovedì 21 gennaio su Rai Tre Franca Leosini con le sue Storie Maledette, che giunge così alla sedicesima edizione. Grande novità, il passaggio alla prima serata, che in questa occasione la vedrà fronteggiare il colosso Don Matteo. Sarà la prima di tre puntate di circa due ore, che riguardano casi di cronaca giudiziaria importanti, sicuramente meritevoli del prime time quanto a interesse dell’opinione pubblica.
GIORNALISTA DI LUNGO CORSO – La Leosini oggi gode di una fama sterminata sui social, dopo aver conquistato una fascia di pubblico che probabilmente per età e per gusti non seguirebbe i fatti cronaca nera, tantomeno in tv. Uno zoccolo duro di aficionados rapiti dal pugno di ferro in guanto di velluto che la giornalista sfodera con i protagonisti delle sue trasmissioni. Questa nostrana lady di ferro ha una lunghissima esperienza di carta stampata: esordisce a L’Espresso ed è memorabile una sua nota e controversa intervista a Leonardo Sciascia. Pluripremiata, tra le sue numerose collaborazioni, annovera anche la direzione di un periodico femminile che all’epoca era tra i più seguiti, Cosmopolitan. Ma la fama nazionale, le arriva con la televisione, dove lega indissolubilmente il suo lavoro alla cronaca giudiziaria. Autrice di Telefono Giallo con Corrado Augias, inaugura col 1994 Storie Maledette, da lei scritta e condotta. Inoltre, propone Ombre sul giallo, una trasmissione dalla costruzione più complessa dove si affrontano casi in cui il verdetto del processo è ambiguo e la colpevolezza degli indiziati messa in dubbio.
UNA VERA SIGNORA. IN GIALLO – Ma in questo ormai incessante parlare di cronaca nera in tv, che cosa la distingue? In fondo non è un avvocato, come altri è una giornalista, laureata in lettere; anche se naturalmente ha macinato decine e decine di pagine di giurisprudenza e di cronache giudiziarie. Ma quello che veramente la distingue, in questo continuo parlare di efferati omicidi a tutte le ore del giorno e della notte, con un frequente cinico indulgere nello scandalo e nel pietistico, è lo stile. Non solo nell’estetica, ma nelle scelte precise, di scrittura e di conduzione. In primo luogo, la trasmissione tratta soltanto casi il cui iter processuale è concluso; inoltre le storie, per quanto torbide, sono trattate con pruderie, cercando di preservare il buon gusto specialmente in fascia protetta. L’obiettivo esplicito della Leosini è, nelle sue stesse parole, “cercare di capire che cosa ha portato quella persona all’orrore di un gesto “ – visto che non si occupa di mafiosi o delinquenti abituali bensì di persone comuni, non professionisti del crimine – in un rapporto professionale ma anche umano in cui gli intervistati comunque le si affidano.
PRIMA PUNTATA: IL CASO MEREDITH KERCHER – In questi giorni la abbiamo vista in diverse occasioni ospite di trasmissioni in cui la si intervistava sul suo prossimo rientro in onda. Garbata ma ferma, con la sua tipica chioma scolpita e bicolore, iconica nella scelta delle sue mises, ha raccolto ovunque il plauso degli interlocutori – che fosse Massimo Giletti a l’Arena o i cultori della tv di TV Talk. Nella prima puntata si troverà faccia a faccia con Rudy Guede, il giovane ivoriano condannato per il “delitto di Perugia” ovvero l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. Un delitto che risale al 2007, con una lunga storia processuale e mediatica che ha avuto per protagonisti Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Nel secondo appuntamento, dal titolo “Celeste, come un sogno sbagliato”, incontrerà Celeste, una ragazza di Sciacca di 29 anni condannata per l’omicidio del marito. Una vicenda dai colori alla Camilleri, certamente meno nota degli altri due casi. Infatti la terza storia è quella di Luca Varani, l’ex avvocato che nel 2013 ha fatto sfregiare con l’acido l’avvocatessa Lucia Annibali e che ora sta scontando 20 anni di pena.
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