Un’autentica tempesta si sta per abbattere sul mondo della tv: è in arrivo “Smartel”, un nuovo sistema di rilevamento degli ascolti televisivi in grado di valutare effettivamente e in tempo reale i veri ascolti di un programma televisivo, tenendo anche conto dei tablet, delle registrazioni on demand e dei computer. Lo ha messo a punto un ingegnere svizzero di fama mondiale che lo ha brevettato e presto lo immetterà sul mercato, mettendo in subbuglio il già incerto governo televisivo, messo duramente alla prova dalle ultime vicende che hanno portato l’Auditel alla sospensione per alcune settimane e a una discreta perdita di credibilità.
L’Auditel è stato fondato da Giulio Malgara, che ne è stato presidente per 32 anni fino a pochi giorni fa.
La prima bufera, infatti, era scoppiata a ottobre scorso quando, si dice per una mail inavvertitamente partita da un funzionario poco solerte, i segretissimi nomi delle famiglie Auditel erano diventate di dominio pubblico. Alla favolata dell’errore umano casuale non ci ha creduto nessuno, tanto che contestualmente è stato detto che il campione di 5mila famiglie, che ha deciso per anni il destino di programmi, conduttori e professionisti vari, era poco rappresentativo e si era deciso di triplicarlo per renderlo più vicino possibile alla realtà.
L’Auditel è stato messo sul piedistallo dalla stampa e i blog specializzati che hanno trasformato la platea tv in una sorta di corrida con un vincitore, tanti vinti e un grande sconfitto: il buon gusto, visto che spesso programmi tendenzialmente “trash” (Grande Fratello, Isola dei Famosi, C’è posta per te e via dicendo) fanno registrare record di ascolti.
Dopo lo stop di qualche settimana l’Auditel ha ripreso a comunicare i dati pure non avendo avuto il tempo di cambiare nulla, ma aggiungendo una surreale premessa che qui riportiamo testualmente: “Auditel informa che i dati sono prodotti nel quadro di un processo di transizione che condurrà a un’integrale sostituzione del panel di rilevazione e che, nel corso di tale periodo, i dati medesimi sono soggetti ad apposito monitoraggio volto ad individuare eventuali anomalie”.
Questo sterile esercizio dialettico, scritto in burocratese puro, non fa che alimentare dubbi e polemiche: praticamente dice che non può assicurare la regolarità, ma che vigila per vedere se tutto è regolare, un mix perfetto tra Kafka e il Catalano di Quelli della notte.
Non si può certo affermare che qualcuno influenzi l’Auditel o che lo utilizzi a suo vantaggio con sistemi illeciti. Non ci sono prove e sarebbe un reato dirlo, ma come non pensarlo? Anche perché un due per cento per eccesso o per difetto possono fare la differenza. Nella realtà quando un programma totalizza il 16% di share e il suo competitor il 20%. Potrebbe benissimo essere che entrambi abbiano ottenuto il 18%. Insomma quante volte alle elezioni gli exit poll o i sondaggi, fatti anche su campioni ampi alla fine mostrano uno scarto abnorme e risultano giudizi e risultati? Lo stesso è avvenuto per anni in tv, senza che nessuno si chiedesse come mai e perché. Visto che una controprova non poteva esserci.
E poi si sa cantava il poeta: il pubblico è ammaestrato e non ti fa paura. Ma ora è arrivato un altro donatore e tra un po’ la tv non sarà più la stessa e chissà che in certi risultati roboanti non si riveleranno un grande bluff, come le medaglie vinte dagli atleti dopati dei Paesi dell’est. Successi senza onere e senza dignità.
Fossi nel nuovo presidente dell’Auditel, Andrea Imperiali di Francavilla, vigilerei fin d’ora con molta attenzione guardandomi bene attorno, verificando la professionalità e la serietà delle persone. Perché il tempo è lento ma inesorabile e prima o poi la verità viene a galla. E’ solo questione di tempo. Appunto.
Fine della prima puntata…
Bob