Lunedì 15 e martedì 16 febbraio arriva su Rai Uno Io non mi arrendo, un’imperdibile fiction in due puntate che vede Beppe Fiorello protagonista. L’attore siciliano sarà Marco Giordano, un nome di fantasia, ma il personaggio è ispirato a Roberto Mancini, un poliziotto che per primo indagò su quanto accadeva in Campania e sui rifiuti sversati in quella che tutti conoscono ora come la terra dei fuochi. Una serie coprodotta da Rai Fiction e Picomedia, per la regia di Enzo Monteleone.
LA NOTA DEL REGISTA
«Mancini rappresenta il meglio degli italiani che servono il nostro paese – ha detto il regista di Io non mi arrendo Enzo Monteleone -. Con la sua squadra romana della Criminalpol Mancini già negli anni ’90 aveva indagato a fondo sui clan camorristici che gestivano il traffico di rifiuti. Un disastro ambientale che all’epoca poteva essere arginato, ma che fu sottovalutato. La sua inchiesta rimase lettera morta per almeno una decina di anni. Ora, invece, rimangono solo i dati in rapida ascesa dei tumori che stroncano le vite di chi abita nella terra dei fuochi».
IO NON MI ARRENDO CAST E STORIA
«Una storia amara: Mancini aveva trovato le prove per inchiodare i boss di Gomorra molti anni prima che diventasse di dominio pubblico – ha aggiunto -, ma la sua ricompensa è stato un male terribile che lo ha minato nel corpo per undici lunghi anni. Una storia di valore e intelligenza, ma anche un dramma, una lotta per non arrendersi. Con Giuseppe Fiorello abbiamo cercato di rendergli giustizia. Roberto Mancini aveva fatto della lotta alle ecomafie la sua principale ragione di vita. Noi abbiamo fatto un film per ricordarlo».
RAI UNO ANTICIPAZIONI FICTION
Marco Giordano (Giuseppe Fiorello) non è campano, ma chi lo ricorda bene è pronto ad affermare che è come se lo fosse. In quella terra martoriata il vice commissario Giordano ci capita dopo un’indagine per usura iniziata dai controlli su una banca locale a Fondi. Marco si imbatte così in Gaetano Russo (Massimo Popolizio), avvocato di provincia, sempre pronto a cogliere buoni affari. Il corpulento avvocato fa incetta di terreni di scarso valore agricolo e senza apparenti prospettive di sfruttamento. Apparenti. Perché un obiettivo chiaro Russo ce l’ha. Usare quei terreni come discariche per rifiuti tossici. Marco, grazie al suo fiuto investigativo e ai piccoli aiuti di Vincenzino, un ragazzino del posto tanto sfrontato quanto coraggioso, intuisce il distruttivo business che sta per abbattersi su quella sfortunata terra e ingaggia con Russo una sfida che, alla resa dei conti, finirà per impegnarlo per quasi due decenni.
Anni in cui trova l’amore di Maria (Elena Tchepeleva), una simpatica ragazza dell’est che sposerà e da cui avrà una figlia, Martina. Anni in cui le indagini di Marco proseguono solo grazie alla caparbietà sua e a quella del suo piccolo gruppo di affiatati colleghi. Ma non è facile indagare su un uomo come Russo, ricco di mezzi finanziari ma soprattutto ricco di relazioni nella pubblica amministrazione, nella politica, nell’economia e anche nella magistratura. Un uomo che realmente controlla il suo territorio. Indagini, intercettazioni appostamenti, tutto confluisce in un rapporto di 250 pagine e in allegati racchiusi in ben settanta faldoni. Anni di lavoro investigativo che Giordano sente di dover portare a termine specie dopo la morte per tumore di Vincenzino. La causa? Quelle discariche che si stanno mangiando la terra, l’acqua e l’aria. Si sono mangiate Vincenzino, si sono mangiate intere comunità e ora si stanno mangiando il corpo di Marco. Lui ha fatto la sua scelta. Far incriminare Russo e interrompere i suoi sempre più lucrosi e imponenti traffici.