Far pagare per errore il canone Rai a un familiare, dichiararlo evasore anche se è un cittadino in regola, inviare due bollette con dentro il tributo per la tivù di Stato alla stessa persona: sono questi alcuni dei rischi che potrebbero correre i cittadini se non saranno implementati tempestivamente i sistemi informatici necessari all’applicazione della legge voluta dal presidente del consiglio Matteo Renzi sul canone Rai in bolletta.
A lanciare l’allarme, dopo le associazioni dei consumatori, sono ora le utility della corrente elettrica in attesa di indicazioni e alle prese con un conto alla rovescia sempre più simile a una roulette russa. “Siamo al 15 febbraio, ma le imprese del settore ancora non sanno come dovranno esigere il canone Rai che il Governo ha voluto inserire nelle bollette dell’energia elettrica” ha spiegato lanciando l’allarme il presidente di Assoelettrica Chicco Testa. “Il rischio è che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio.
Le imprese devono predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate, bisogna incrociare le banche dati, occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti, alla morosità, dall’eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti – dice il presidente di Assoelettrica – insieme a Utilitalia, abbiamo preparato un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti, ma il ministero per lo Sviluppo Economico ancora non ci ha dato risposta. E il tempo ormai stringe”.
L’ultimo giorno utile per avere dal governo il decreto con le regole per l’applicazione della legge era stato fissato al 14 febbraio, ma dal governo non sono arrivate le indicazioni attese. E’ lo stesso Testa a temere il peggio: “Quello del canone in bolletta sembra essere l’ennesimo pasticcio all’italiana, e non è possibile non esprimere preoccupazione per i ritardi e le tante incognite del provvedimento”.
I dubbi nascono dalle conseguenze, difficili da ipotizzare al momento, derivanti dalla mancata o incompleta implementazione dei sistemi informatici necessari a incrociare le banche dati ed evitare duplicazioni dei pagamenti, far pagare erroneamente un familiare o trasformare in evasori chi invece è in regola. Il tutto con il consueto caos di ricorsi, ricalcoli e successivi rimborsi. In un trambusto, ancora una volta, tipicamente italiano.