Rai, di tutto, di più, diceva la pubblicità qualche anno fa. Di sicuro sta succedendo di tutto, non vi è dubbio, sul di più invece siamo in alto mare. Dopo sei mesi di calma piatta, l’uomo dell’Orto ha messo il piede sull’acceleratore e ha fatto tutto quel che doveva fare: per adesso tanta confusione…e non ce ne voglia il neo direttore Daria Bignardi ma le “scemenze riportate da certi siti e giornali sono effetti di un passaparola che prende per buona un’informazione”… che è stata detta nei corridoi Rai, perché, ed è bene che impari presto la lezione, non esiste luogo, angolo, fotocopiatrice, bagno, fibra di amianto, che a viale Mazzini, non abbia orecchie per udire e labbra per riferire. Quindi, o smette di parlare o comincia a convivere con lo spiffero persistente che spira nei corridoi. Ma, archiviata la pratica dell’adorabile giornalista di Ferrara che, ed era più che ovvio, non chiuderà gli unici programmi che danno una connotazione alla rete e ne rappresentano il Dna passiamo invece alla rete ammiraglia che, in quanto a cosa offrire al proprio pubblico, ha le idee chiare come un astemio al quale è stato offerto un bicchiere di prosecco.
RAI UNO
Innanzitutto chiariamo subito che le decisioni o, meglio, le soppressioni più importanti le ha comunicate urbi et orbi l’uomo dell’Orto e non il titolare di cattedra in un esempio mirabile di supplenza maiestatis che non lascia presagire niente di buono. La mossa di piazzare un trentanovenne a capo della rete principale è stata vanificata da quella intervista e da quel “come concordato con Fabiano”. Oppure è stata una mossa di grande sostegno come a voler dire: cambiamenti così profondi come seccare la Clerici col suo programma di piccoli talenti ammaestrati e far fuori due grandi flop della stagione passata è una decisione che non faccio prendere a “Fabiano il Giovane” ma me la sobbarco io, così voglio vedere i vari super-agenti e le case di produzione dalla folta e odorosa chioma cosa avranno da ridire. Non sappiamo ancora quale delle due sia la versione più simile alla realtà e siamo in trepidante attesa di sapere cosa sostituirà sulla prima rete il genere “emotainment” e, a proposito, un ringraziamento sentito va al Direttore-amministratore per aver così generosamente diffuso al pubblico il termine facendolo uscire dai noiosi discorsi tra addetti ai lavori ai brunch milanesi. Per adesso, da quel che si sa, Rai Uno sta “togliendo cose”: ai titoli che sono stati rivelati nei giorni scorsi possiamo aggiungere una versione estiva di Uno Mattina in formato ridotto… con chiusura anticipata e utilizzo congruo di film e telefilm che, con la moria delle vacche che ha colpito il catalogo aziendale, lascia presagire un ritorno alla grande di Lassie magari attualizzato in versione zombie. Non si può nemmeno contare su “La signora in giallo” la cui pellicola, pur consumata, è stata acquistata da Mediaset qualche anno fa senza battere ciglio. Stessa sorte per il povero ispettore Derrick, ceduto a Tv2000 per un blocchetto di santini e qualche indulgenza. Con la speranza che qualcuno tiri fuori dal cilindro l’equivalente de “il segreto” da dare in pasto alla comitiva di vecchietti abituati a “Storie vere” e “Forum” passiamo dall’estate all’inverno dove “l’affaire” Giletti ancora non si è risolto.
MASSIMO GILETTI
Fabiano il giovane sta facendo di tutto per sedare il Giletti furioso ma ai piani alti non sono altrettanto entusiasti nel trattenerlo. In questa nuova Rai così ottimista non c’è spazio per quel guastafeste di Giletti, sempre pronto a scoperchiare pentole dal contenuto maleodorante pur di brillare sempre più come paladino pop-ulista dei più deboli. Massimo Giletti gioca per stesso, non gli interessano i suggerimenti editoriali e se è vero che da Mediaset arrivano proposte per un Matrix o per la stessa Domenica live o, perché no, per entrambi, possiamo solo immaginare il ghigno satanico con il quale il conduttore accoglie chiunque gli si avvicini. Se Massimo Giletti dovesse realmente andar via con chi sostituirlo? Lo scenario diventa davvero inquietante se a fare capolino ci sarà un soporifero Gianni Riotta che, con il suo Parallelo Italia e le sue vivaci conduzioni su Rai Storia, fanno del barbuto Gianni un uomo in forza all’azienda. E poco importa se ci sarà l’emorragia degli ascolti: all’uomo dell’Orto e al sergente Maggioni interessa la qualità. E con il concetto di qualità in Italia vige solo una legge ferrea: meno lo guardano, più è di grande qualità.
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Bob