Proprio in questo momento è in atto un Consiglio d’amministrazione straordinario e il motivo pare, da indiscrezioni, sia essere proprio l’intervista dello scandalo, quella pagina di televisione che tutti giudicano essere stata inopportuna, uno schiaffo in faccia a chi ha lottato e pagato col prezzo più alto la lotta alla mafia. Chissà cosa sta pensando adesso Bruno Vespa, col suo faccione, la sua costellazione di nei così caratteristica. E’ ancora così convinto di aver fatto la scelta giusta ad ospitare il figlio del “capo dei capi”, la quintessenza della mafia per non rivolgergli nessuna domanda degna di tale nome?
IL PUNTO DI MARCO DAMILANO
Marco Damilano, vicedirettore del settimanale L’Espresso, ospite fisso a Gazebo su Rai Tre ha sottolineato un aspetto più degli altri inquietante della puntata del 6 aprile: negli ultimi 20 anni da Vespa si sono succeduti tutti gli uomini più potenti d’Italia che, in qualche modo, con il passaggio a Porta a Porta, sancivano il loro potere, la loro discesa in campo, il loro patto con gli italiani, la loro campagna di rottamazione. Cosa ha voluto comunicare, sancire, la presenza di Giuseppe Salvatore Riina da Vespa? Siamo di fronte ad un nuovo che avanza?
Come al solito in Italia e quindi in Rai, che ne è lo specchio più fedele, si corre ai ripari solo dopo che il bambino è stato buttato con l’acqua sporca (anche se di lati positivi nell’operato di Vespa è davvero difficile trovarne ormai) e quindi adesso si sta decidendo.
IN CERCA DI UN COLPEVOLE
Cosa? Beh, innanzitutto ci si riunisce per far vedere che si sta facendo qualcosa, che non si sta con le mani in mano di fronte all’indignazione generale. Poi si deciderà chi far fuori, quale testa far saltare. Perché quando c’è la testa sul piatto tutto assume connotati più sereni: non appena si trova il colpevole anche il delitto più efferato sfuma i suoi contorni. E non importa se non è proprio la testa giusta, ci si accontenta. Andiamo ad analizzare la questione. A chi attribuire la responsabilità? La logica semplice, quella dell’uomo della strada punterebbe al capo supremo. Scusate chi è che decide? Il super mega dirigente amministratore delegato? Bene, ha sbagliato, che se ne vada, tanto un posticino glielo trovano e ciccia. Oppure potrebbe essere il/lo/la presidente: è una carica di grandissimo profilo formale, se non salta in un caso del genere, visto che nei fatti conta davvero poco, quando farla saltare? Eh! Ma la presidente è da quel dì che tuona che è una vergogna, dimostrando che può giusto far rumore perché nemmeno può impedire che un programma vada in onda. Il cerchio si stringe: toccherà a Fabiano il giovane? E’ lui il direttore della rete: onori e oneri. E’ stato bello finché è durato però la sua giovane età, la mancanza di spalle forti gli hanno fatto fare un passo falso, anzi, non glielo hanno fatto fare proprio, perché, ricordiamolo, passi non ne sono stati fatti da nessuno per impedire che quella puntata andasse in onda. Però dai, proprio perché è giovane si riprenderà in fretta dallo shock. Aspetta!!! Ma uno al quale farla pagare c’è e in effetti lo ha indicato proprio Campo Dall’Orto quando ieri i primi cetrioli terra aria volavano rasoterra: VERDELLI. «Il mio compito non è essere censore né l’ultimo decisore di tutto, ma l’ultimo decisore solo quando serve». Evidentemente per Campo Dall’Orto in questa situazione non serviva il suo intervento ma quello del direttore dell’informazione, Carlo Verdelli. Quindi…
Che a pagarne le spese possa essere Bruno Vespa, l’unico che ha pensato bene di invitare il figlio di Totò Riina per fargli questa domanda: “Non le venne mai il sospetto che suo padre stesse dietro quest’attentato? – No, non mi venne mai il sospetto”, lo escludiamo. Se si può fare una domanda del genere ad una persona che è stato condannata per associazione mafiosa e scarcerata il 29 febbraio 2008 per decorrenza dei termini dopo essere stata detenuta per otto anni e non battere ciglio sei praticamente immune alle cose che accadono su questa terra.
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Bob