Rai Uno, Felicia Impastato: grandi film in prima serata. Storia e cast

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Lunetta Savino Felicia Impastato

Grande attesa per martedì 10 maggio, quando andrà in onda in prima serata su Rai 1 Felicia Impastato, il film tributo alla donna che per prima ha rotto la tradizione dell’omertà e della vendetta e che ha messo tutto il suo impegno personale, civico e sociale nella lotta contro la mafia.

Tratta da una storia vera, l’eroica battaglia per ottenere giustizia della madre di Peppino Impastato, il giovane giornalista e attivista politico barbaramente ucciso per aver sfidato il padre e la mafia, la pellicola parte dalla morte del ragazzo avvenuta il 9 maggio 1978  e va avanti per oltre un ventennio fino al 25 ottobre 2000, giorno in cui Felicia testimonia al processo contro Badalamenti, accusato dell’omicidio (verrà condannato all’ergastolo l’11 aprile del 2002).

Soggetto e sceneggiatura sono firmati da Diego De Silva e Monica Zapelli, che aveva già lavorato a “I cento passi” e “Lea”, con la consulenza di Giovanni Impastato, figlio di Felicia e fratello minore di Peppino. Diretti da Gianfranco Albano al film partecipano, tra gli altri, Carmelo Galati, Barbara Tabita, Linda Caridi, Antonio Catania e la protagonista Lunetta Savino.

Volto popolarissimo della televisione, ma anche di cinema e teatro, Lunetta Savino – dal suo debutto nel 1981 ad oggi – ha all’attivo grandi performance in diversi ruoli. Dai film di Ozpeteck e Comencini alla Cettina di “Un medico in famiglia” o al più recente “È arrivata la felicità”, conferma la sua versatilità artistica anche nella drammatica interpretazione di Felicia.

Come si è preparata per interpretare il ruolo di Felicia Impastato?

«È molto difficile per un’attrice raccontare come si è preparata per interpretare un personaggio. Per impersonare Felicia c’era pochissimo materiale da cui attingere e l’ho visto fino alla nausea, non per imitarla ma per rendere credibile la sua rappresentazione. Ho amato subito questa donna, appena ho visto le sue interviste presenti su internet».

Com’era Felicia nella vita reale?

«Una donna straordinariamente diversa a qualsiasi siciliana contemporanea a lei. Spero che sia un esempio per le giovani donne di oggi, Felicia aveva l’ironia di Peppino, era una persona spiritosa. Raccontare il dramma, anche attraverso piccoli alleggerimenti, rende tutto più credibile e umano. Era una donna dal linguaggio semplice ma chiaro. Aveva la quinta elementare, ma era una donna molto intelligente. Giovanni Impastato durante le riprese mi ha molto confortato, si è emozionato quando mi ha visto sul set per la prima volta vestita da Felicia».

La spettatrice si immedesima in Felicia? Si riconosce in questo tipo di donna così forte e coraggiosa oppure no?

«Il pubblico della televisione è soprattutto femminile. Sono onorata che proprio la Rai mi abbia dato la possibilità di fare due personaggi, questo e quello della di Lucia Frisone in “Figlio della luna”. Queste donne, comuni ma straordinarie, cercano entrambe la dignità. Una cerca di far vivere al figlio disabile una vita dignitosa e l’altra vuole onorare in modo dignitoso la morte del figlio. Certamente io penso che il pubblico femminile si riconosce in donne di questo tipo, nel momento in cui le restituisci con onestà e semplicità».

Porta la sua esperienza personale nella costruzione del personaggio che interpreta?

«Non lo direi mai, anche se fosse così».

Francesca Meucci