Ho sempre subito il fascino dell’erudizione. In tv, dico. Già da ragazzina mi incantavo a seguire Ieri Goggi Domani, indecisa tra il fascino freak di Mughini e quello geek del prof. Beccaria. Quando mi sono normalizzata, nonostante il liceo classico, ho preferito il lato glamour delle cose al carisma polveroso dei secchioni. Ma i sapientoni restano per me divertenti e rassicuranti.
E a quanto pare, non solo per me. Figlio di Bruno, noto autore tv, Umberto Broccoli è ormai presenza fissa nei programmi del mattino. Con il suo approccio scientifico, ci racconta cose che abbiamo vissuto e che forse già non ricordiamo con lucidità. La musica cosiddetta leggera – per il Corriere della Sera scrive su Sette la rubrica Storie (di) note – i personaggi delle cronache: con lui tutto e tutti sono degni di rispettosa attenzione, che ha espresso in innumerevoli programmi radio e tv e vari libri. Con l’aria buffa del nerd cresciuto e la serietà dello studioso, Broccoli ci riporta in epoche da poco passate con meticolose ricostruzioni. Non dimentichiamo che il signore in questione è prima di tutto un archeologo, la cui preparazione gli ha meritato in passato l’incarico di Sovrintendente dei Beni Culturali. Di Roma, non di uno sperduto borgo montano. Qualche anno fa Vittorio Zincone disse che “ha trascorso tutta la vita basculando tra l’accademia e i media”: in effetti la sua carriera oscilla da sempre tra erudizione e pop spinto, tra molto alto e molto basso. Questo può non piacere a molti, ma per me è la chiave del suo successo e della simpatia che innegabilmente mi suscita. Per interpretare e anche raccontare il contemporaneo, elemento secondo me obbligatorio nella tv del “servizio pubblico” un adeguato livello culturale non nuoce. E anche quell’aria un po’ astratta, di chi, come dichiara Umberto Broccoli su Twitter , è “dilettante. Ha lavorato sempre per piacere”.A Uno Mattina su Rai Uno nella seconda parte, di solito dalle 10.30.
Angela De Vito